𝐓𝐨𝐮𝐫 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐫𝐦𝐨 𝐏𝐨𝐬𝐭𝐛𝐞𝐥𝐥𝐢𝐜𝐚. 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐏𝐚𝐥𝐞𝐫𝐦𝐨 𝐛𝐨𝐦𝐛𝐚𝐫𝐝𝐚𝐭𝐚 𝐞 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐬𝐭𝐫𝐮𝐢𝐭𝐚
Percorso nella Palermo bombardata e ricostruita alla scoperta di una parte della città in cui alcune tracce di questo periodo terribile ancora sono visibili: terradamare.org/tour-palermo-postbellica
Una storia complessa e ricca di riflessioni, in alcuni luoghi simbolo non solo della bellezza della città, ma anche della trasformazione che Palermo mostra tra le sue vie, tra le persone che la animano quotidianamente e gli spazi, luoghi di cultura e rigenerazione.
.𝑃𝑒𝑟𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜: Piazza Pretoria, visita alla Chiesa di Casa Professa, Piazza Mediterraneo, visita alla Chiesa di Santa Chiara, visita al Rifugio antiaereo di Palazzo Castelnuovo
.𝑇𝑖𝑐𝑘𝑒𝑡: adulti € 18, ridotto bimbi 5/10 anni € 10 (include servizio guida locale, auricolari, ticket ingresso a 3 monumenti)
.𝐷𝑢𝑟𝑎𝑡𝑎: 3 ore circa
.𝑝𝑒𝑟 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑐𝑖𝑝𝑎𝑟𝑒 𝑒̀ 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑎𝑟𝑖𝑜 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑎𝑟𝑒 𝑖 𝑡𝑖𝑐𝑘𝑒𝑡 𝑜𝑛𝑙𝑖𝑛𝑒
.𝐼𝑛𝑓𝑜𝑙𝑖𝑛𝑒: 320.7672134 – 392.8888953
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Durante la Seconda Guerra Mondiale, dal 1940, intensificandosi nel 1943, Palermo subì pesanti e ripetuti bombardamenti, che provocarono gravi danni al tessuto urbano, non risparmiando nessuna parte della città, e rasero al suolo edifici storici, zone residenziali e infrastrutture vitali.
Alcune tracce di questi drammatici eventi sono ancora visibili in diversi luoghi e monumenti della città
La prima significativa tappa di questo racconto, e della vita quotidiana della città, è Piazza Pretoria, al di sotto della quale si cela, infatti, un rifugio antiaereo sotterraneo risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
Questi rifugi, noti anche come “ricoveri”, erano essenziali per la popolazione durante i bombardamenti aerei, offrendo un minimo di protezione. Oggi, di questo rifugio, è rimasto accessibile un solo ingresso, un varco ricavato nel muro all’interno di Palazzo delle Aquile. Gli altri due accessi originali, situati in prossimità delle statue dei leoni della piazza, sono stati chiusi nel tempo.
Altri rifugi in questa zona, si trovano sotto la Biblioteca Regionale e Palazzo Cottone di Castelnuovo.
𝐋𝐞 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐞 𝐛𝐨𝐦𝐛𝐚𝐫𝐝𝐚𝐭𝐞
Tra i monumenti colpiti, vi fu anche uno dei gioielli più significativi del barocco siciliano: la Chiesa del Gesù, meglio nota come Casa Professa, di cui, dopo il bombardamento del 9 maggio del 1943, andarono perse diverse parti.
Ma tutta la zona dell’Albergheria fu tra le aree più colpite dai bombardamenti, si può notare in alcuni punti del quartiere, come, per esempio, osservando anche l’ex Oratorio di Santa Maria Maggiore, del quale si sono salvate solo le mura laterali, con alcune tracce di stucchi e decorazioni. Il tetto del presbiterio e il pulpito in stile barocco sono andati completamente distrutti.
Nella poco distante Piazza Mediterraneo, un tempo c’era la chiesa di San Pietro in Vinculis, che per secoli condivise un legame indissolubile con l’adiacente convento-ospedale dell’Ordine dei Fatebenefratelli, anch’essa rasa al suolo dai bombardamenti.
Oggi, l’area dove sorgeva l’edificio è diventata una piazza pubblica, la cui storia è legata alle azioni di rigenerazione urbana nel quartiere, in cui diventa anche teatro di battaglie civili, spettacoli e giochi.
Particolarmente tragica fu anche la sorte della Chiesa e del Convento di Santa Chiara, dove persero la vita due monache e dodici bambine. Originariamente, fu un monastero di clausura per le Clarisse francescane, riformulatio nel 1678, su progetto dell’architetto Paolo Amato. Tra le opere più interessanti, sul presbiterio, vi si trovano due tele di Guglielmo Borremans: la Monacazione di Santa Chiara e San Francesco che si spoglia dei beni paterni.
Tra i gravi danni al complesso che causarono i bombardamenti del 1943: il crollo dell’ala meridionale del monastero, parte della facciata e il portale con colonne tortili di Paolo Amato.
𝐈 𝐑𝐢𝐟𝐮𝐠𝐢 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐚𝐞𝐫𝐞𝐢
Tra le tracce ancora visibili a Palermo, vi sono le frecce blu, che indicavano i percorsi da seguire per raggiungere rapidamente il rifugio più vicino. Tra questi, si indica il rifugio sotto Palazzo Cottone di Castelnuovo, un tipico rifugio pubblico, che si trova nel sottosuolo del giardino cinquecentesco piantato dai Beccadelli di Bologna, Marchesi di Marineo e Baroni di Capaci.
Nascosto per anni e ritrovato casualmente nel 2003, durante lavori di manutenzione del giardino e sistemazione del seminterrato del Palazzo, per opera attuali proprietari.
Il rifugio custodisce al suo interno suggestive testimonianze dell’epoca, rimaste intatte, come bottiglie lasciate lì da chi vi si recò in cerca di salvezza dalla pioggia di bombe, una tenda dell’esercito americano, una sirena con altoparlante, una maschera antigas e persino i lavandini dei due bagni, oltre alle panchine in cemento (tipiche dei rifugi costruiti a quell’epoca), i vecchi impianti di luce, i bocchettoni dell’aria arrugginiti, le scritte parietali
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𝐈𝐥 𝐛𝐨𝐦𝐛𝐚𝐫𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝟕 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝟏𝟗𝟒𝟑
Il 7 gennaio 1943 dalle ore 16.20 alle 17.10 caddero diciotto tonnellate di bombe statunitensi su Palermo che colpirono il porto e il centro cittadino, in particolare il quartiere Albergheria. Persero la vita 139 persone, vennero distrutte diverse abitazioni civili, il Conservatorio della Trinità, Palazzo Brunaccini di San Teodoro, raso al suolo l’oratorio di San Giovanni Crisostomo (attuale Istituto Benedetto Croce) e distrutta la chiesa di San Pietro in Vincoli o di San Giovanni di Dio (detta San Giovannuzzo) in via Castro (oggi Piazza Mediterraneo).
Fu una vera e propria strage di civili che colse la città di sorpresa: si trattava del primo bombardamento statunitense sferrato durante le luci del giorno senza che venisse lanciato l’allarme aereo. A ottanta anni da quel giorno, a Ballarò si svolgerà un momento di memoria collettiva e di preghiera interreligiosa, in ricordo delle vittime del Secondo conflitto mondiale e di tutte le guerre
𝐈𝐥 𝐛𝐨𝐦𝐛𝐚𝐫𝐝𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝟗 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨 𝟏𝟗𝟒𝟑
Fù il primo bombardamento a saturazione – o a tappeto – della storia e in Italia. Non venivano più centrati obiettivi militari strategici o i luoghi del potere, comando e propaganda (caserme, palazzi governativi, tribunali, porti, case del Fascio, apparati industriali etc.) ma indistintamente tutta la città
Per la missione del 9 maggio, furono colpiti: il Porto, il Castello a Mare e l’Aeroporto di Boccadifalco, i Cantieri Navali, le linee ferrate e le strade su cui passavano i rifornimenti militari e civili, i luoghi di arrivo e stoccaggio delle derrate alimentari (come la Stazione Centrale) e poi case, chiese, edifici pubblici (Palazzo Abatellis, Archivio di Stato alla Gancia, la Passeggiata delle Cattive o il Palchetto della Musica al Foro Italico – Umberto I), poi edifici pubblici e privati, chiese, centrali del gas (Palazzo Tomasi di Lampedusa era sede degli uffici dell’azienda del gas), della luce e dell’acqua.
Nessuna parte della città fu risparmiata: Casa Professa, San Giuseppe dei Teatini, Convento di Santa Caterina, Chiesa di San Francesco d’Assisi, l’Orfanotrofio di via Pignatelli Aragona (dove morirono numerosi bambini), Palazzo Bonagia, viale della Libertà, il Conservatorio per gli orfani di Santo Spirito (oggi rimane solo il Loggiato San Bartolomeo), il Pilone di Porta Felice vicino al Conservatorio, la Biblioteca Nazionale, il Teatro Finocchiaro su via Roma etc.
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