«Io sono un uomo malato... un uomo cattivo.»
💥 Nuovo incontro per La confraternita dei lettori!
Il gruppo di lettura - che si riunisce presso La confraternita dell'uva - si cimenterà ogni mese nella lettura e approfondimenti di un editore indipendente.
Prossimo appuntamento con Memorie del sottosuolo di Fëdor Dostoevskij (Quodlibet), opera centrale all'interno dell'intera produzione dello scrittore. Cronologicamente precedono i grandi romanzi e concludono la fase di opere preparatorie e introduttive ad essi; ideologicamente rappresentano la prima incursione nel campo della filosofia e l'elaborazione chiara e consapevole del tema dell'uomo del sottosuolo, con la disgrazia della consapevolezza che lui ritiene superiore intelligenza - ripreso e presente in tutte le opere successive.
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📅 giovedì 19 giugno | 18:30
La confraternita dell'uva - Libreria indipendente
via Belmeloro 1/E
Bologna
📚 IL LIBRO: Memorie del sottosuolo esce nel 1864 sulla rivista «Эпóха» (Epoca), e precede i grandi e famosi romanzi. È uno dei racconti più tremendi, dolorosi, contagiosi e ammirevoli che mai siano stati scritti; e che va riletto ogni qualche anno per tornare a patire assieme al protagonista e goderne.
Con spunti anche di angosciante comicità come ad esempio la figura indimenticabile del servo Apollon, uno dei tanti meravigliosi servi che compaiono solo nella letteratura russa dell’Ottocento, e impersonano il tormento dei loro miserabili padroni. Il protagonista narrante è l’uomo che teme di essere un nulla, che da tutto è ferito, uomo orrendo, chiuso nel cerchio dell’egoismo, con la disgrazia della consapevolezza che lui ritiene superiore intelligenza.
La prima parte (Il sottosuolo) sono le sue riflessioni, e la si può anche leggere dopo, anzi lo consiglio, di incominciare dalla seconda (A proposito della neve umida) che è questo stesso uomo in azione, cioè in mezzo agli altri, che lo guardano e lo considerano con disgusto, a suo parere, in ufficio, per strada, al terribile pranzo tra amici, dove però non è invitato, non lo vorrebbero, e nella sala del ristorante cammina avanti e indietro come un fastidioso corpo estraneo, e il lettore soffre e si vergogna assieme a lui che sprofonda sempre più in un irrimediabile disagio, che si protrae come un incubo ridicolo e perfino stupefacente. E poi c’è Liza, la giovanissima e disarmata prostituta, che potrebbe aprirgli una via di salvezza; e invece alla sua volontaria e ricercata abiezione non c’è fine.
Non lo legga chi è di debole costituzione.
E. C.
✍🏿 L'AUTORE: Fëdor Dostoevskij (Mosca 1821 - San Pietroburgo 1881) è uno dei maggiori scrittori russi, che tuttora conturba e appassiona qualunque lettore.
Una vita difficile, tra la deportazione in Siberia, dopo l’atroce finta fucilazione, l’epilessia conseguente, i tormenti interiori, e la gloria dei suoi grandi romanzi: Delitto e castigo (1866), L’idiota (1869), I demoni (1871), I fratelli Karamazov (1880) «enorme romanzo filosofico-religioso» come lo definisce l’autore.
Una faccia emblematica, quella di Dostoevskij, scavata, sofferta, lo sguardo torbido di chi non è a suo agio nel mondo, che è anche il clima dei suoi libri, sempre tesi tra il desiderio della sublimità inarrivabile e il crollo nella più infame bassezza.
Il resto delle notizie biografiche lo si trova sparso con dovizia su internet, assieme alle infinite opinioni critiche che continuano ad accumularsi. Nonostante ciò resta di enorme interesse.
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