Daniele Ricci, “La macchina da cucire. Geologia del dolore” (puntoacapo Editrice, 2025)
L’autore conversa con Marco Ferri.
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IL LIBRO
La macchina da cucire. Geologia del dolore è una silloge sul dolore degli uomini, ma il dolore non è più solo evocato e declinato in chiave lirica e personale (come nel suo precedente libro Lezione di meraviglia, Ancona, Italic Pequod, 2022): la raccolta va a rilevare soprattutto i sommovimenti esterni, contemporanei o già storici. Un campionario del dolore umano in cui il soggetto lirico tenta di dar voce al dolore di chi soffre ovvero cerca di assumere e vivere, volta per volta, anche solo per un istante, il punto di vista del “paziente”, della vittima o si fa testimone del suo dramma esistenziale (“ma non è mai carnefice – sottolinea l’autore – non ce l’ho mai fatta a vivere secondo questa prospettiva l’esperienza dolorosa).
Il titolo “La macchina da cucire” trae origine dal mestiere dei genitori del poeta, che erano sarti. La silloge è composta da 64 testi divisi in 7 sezioni: I. Senza riparo, II. Boristene, III. Frammenti dall’inferno, IV. La ginestra sul bordo della strada, V. L’asola dove passa la nostra vita, VI. La macchina da cucire e VII. Il cappotto blu.
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CHI E' DANIELE RICCI
Daniele Ricci è nato il 21 giugno 1967 a Fano. Originario di Marotta (PU), viene da una famiglia modesta (i suoi genitori erano sarti). Dal 1990 non abita più nel suo paese: per dieci anni, per motivi di studio, ricerche postuniversitarie e docenze, ha vissuto in varie città italiane ed europee; poi, all’inizio del terzo millennio, è tornato nella sua terra e si è stabilito a Fano (PU), dove tuttora vive e insegna al Liceo classico.
I suoi interessi vanno dalle lingue e letterature classiche (si è occupato in particolare di lirica greca arcaica ed alessandrina) alla poesia contemporanea (ha compiuto studi su Ungaretti, Montale, su Umberto Piersanti ed altri poeti marchigiani). Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio (fino alla nascita di sua figlia nel 2006) ha collaborato con alcuni periodici culturali. Nel 1998 ha pubblicato la raccolta di versi Lontananze, con postfazione di Giuseppe Bomprezzi (Montedit) e sue poesie sono comparse in varie antologie e riviste letterarie.
Nel 2002 ha conseguito un Master in Poesia Contemporanea presso l’Università di Urbino, organizzato e diretto da Umberto Piersanti, con Gualtiero De Santi, Roberto Galaverni, Katia Migliori e Massimo Raffaeli.
Alla fine del 2022 è uscito il libro di versi Lezione di meraviglia, con prefazione di Marco Ferri (Italic Pequod; già premiato e segnalato in numerosi premi letterari, tra cui premio “Poesia Trasimeno – Città della Pieve 2023” e “Premio letterario Città di Grosseto Amori sui generis – V edizione”; Premio Speciale della Giuria al “Premio Antonia Pozzi – 2024”; premio “Eccellenza” al “Premio Lett. San Domenichino 2023”; finalista al “Premio Tirinnanzi 2023” e secondo classificato al premio “La poesia che canta – VI Edizione”). Alcuni suoi testi, con nota introduttiva di Marco Ferri, sono compresi in Smerilliana N. 25 Anno 2022, pp. 213-224.
Nel 2023 è stata pubblicata dalla casa editrice Dialoghi una silloge di vecchie poesie, scritte tra il 1998 e il 2005, dal titolo Il filo del vento, con nota introduttiva di Andrea Angelucci. A marzo del 2024 è uscita per Bertoni Editore una nuova edizione riveduta e ampliata di Lontananze, con nota introduttiva di Gianni Iasimone.
Dal 2024 cura la rassegna di poesia Le poetesse e i poeti salutano la primavera organizzata dal “Circolo Culturale A. Bianchini” di Fano e da gennaio 2025 collabora con il lit-blog Finestre de L’Irregolare come redattore, curando la rubrica “Da Orfeo all’infinito. Sguardi e incursioni poetiche”.
Nel 2025, a febbraio, è uscita per Puntoacapo Editrice la sua nuova raccolta: La macchina da cucire. Geologia del dolore (prima classificata per la cat. “Silloge inedita” al “Premio Switzerland Literary Prize 2023”, segnalata al “37° Premio Lorenzo Montano 2023” e finalista al Premio InediTO – Colline di Torino 2024), con prefazione di Fabrizio Lombardo. Alcuni suoi testi sono compresi in Smerilliana N. 27/II Anno 2025, pp. 57-66.
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CHI E' MARCO FERRI
Marco Ferri, nato a Fano nel 1950, è stato direttore della biblioteca Federiciana di Fano e docente di materie bibliotecarie all’Università di Urbino. Dal 1988 al 1998, insieme a Gabriele Ghiandoni ed Ercole Bellucci ha diretto l’almanacco di letteratura «Cartolaria». Ha pubblicato le raccolte di versi: Prove e variazioni (Fortuna 1986); L’apparenza necessaria (Flaminia 1990); Nero il bianco (Stamperia dell’arancio 1994, con una postfazione di Massimo Raffaeli); Dove guardi (Pequod 2001, con una nota di Enrico Capodaglio, premio speciale Carlo Bo per la poesia); Discorsi in cucina (Aragno 2007, con postfazione di Niva Lorenzini); la plaquette Corpus (l’Obliquo 2008, nota di Emanuele Zinato) ed Esercizi spirituali per cosmonauti (Di Felice Edizioni 2013, nota di Peter Kammerer); Uscita secondaria (Manni 2018).
Ha tradotto: L’invito di Claude Simon (l’Obliquo 1993); I miserabili di Victor Hugo (Frassinelli 1997); Per un’arte poetica di Raymond Queneau, in collaborazione con Silvia Ferri (l’Obliquo 2012).
Di recente ha pubblicato Vecchi scemi (racconti, Italic Pequod 2017), La tartaruga di stoffa (romanzo, Italic Pequod 2021) e l’antologia poetica Com’è passato il tempo. Poesie 1980 – 2020 (Marcos y Marcos 2022, con prefazione di Massimo Raffaeli e una nota di Fabio Pusterla). Nel 2023 è uscito Diceva Leopardi. Una lettura delle operette morali (Italic Pequod) ed è stata appena pubblicata la raccolta di racconti brevi Le cose non sono più come prima (Italic Pequod 2025). Altre notizie sull’autore sul sito www.ferripoetry.com.
Collabora con la redazione del Cappuccino delle Cinque di Passaggi Festival e dirige la rivista di letteratura e naturalismo Filobus66.
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