SYLVAIN CHOMET INCONTRA GLI STUDENTI DELL'UNIVERSITA' DI TORINO

Cinema Massimo - Sala 3

Sottodiciotto Film Festival presenta un incontro con Sylvain Chomet, autore che ha segnato una vera rinascita del cinema d’animazione europeo destinato anche al pubblico adulto. Il suo lavoro, rigorosamente in animazione tradizionale, si distingue per un uso consapevole della sottrazione: pochi dialoghi, una forte attenzione ai suoni e ai piccoli gesti che modellano i personaggi, e un senso del ritmo che nasce dall’immagine più che dalla parola. Chomet ha costruito un rapporto profondo con la storia del cinema: Appuntamento a Belleville (2003) è un omaggio dichiarato al cinema degli anni Trenta, mentre L’Illusionista (2010) riprende un testo inedito di Jacques Tati. Con il suo ultimo film Marcel et Monsieur Pagnol (2025) prosegue questo dialogo dedicando un intero film alla figura di Marcel Pagnol, tra i più importanti drammaturghi e cineasti francesi. La sua capacità di reinventare le forme del passato unita a una maestria caricaturale che rende vivi i personaggi attraverso posture e micro-espressioni, ha reso Chomet una delle figure più autorevoli della scena internazionale, distante dalle logiche dell’animazione industriale e capace di mostrare come tecniche tradizionali possano ancora parlare con forza al pubblico di oggi.

Al centro dell’incontro ci sarà proprio Marcel et Monsieur Pagnol, un film che rilegge la vita e l’immaginario di Marcel Pagnol, personaggio cardine della cultura francese del Novecento. Pagnol ha raccontato con lucidità il mondo provenzale, il rapporto tra memoria e territorio, le dinamiche familiari e comunitarie. L’interpretazione di Chomet permette di osservare questi aspetti restituendone la dimensione lirica e insieme concreta, e mostrando come la biografia possa diventare materia visiva in un modo che il realismo non sempre consente.

L’incontro offrirà quindi l’opportunità di approfondire da vicino il processo creativo che ha guidato questa trasposizione animata e di riflettere su come cinema, memoria e rappresentazione possano intrecciarsi attraverso forme non realistiche, senza perdere precisione né complessità di sguardo.

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