70 + 40 + 190 = 300 storie POP
“Bajo: segno in flusso”
Incontro con Fabio Baggio a.k.a. Bajo
Teatrino Collezione Costenaro, Venerdì 23 maggio 2025 ore 18.30
Le opere di un artista sono spesso riconoscibili da alcuni elementi compositivi, tematici o di segno, elementi che nell’insieme permettono di individuare e definire una “calligrafia” pittorica. Questa sommaria descrizione si applica in parte anche al percorso di Fabio Baggio, in arte Bajo.
Nato nel 1965 a Bassano del Grappa Bajo si diploma in grafica pubblicitaria continuando poi con la frequentazione all’Accademia di Belle Arti in Venezia. Alcune radici del suo operare possono essere fatte risalire a quanto filtrava nei suoi anni formativi a cavallo tra anni ‘70 e primi ‘80. In particolare sono i richiami alla Pop Art e alla Factory di Warhol, a Basquiat e a Keith Haring, a indicare la strada un rapporto col segno e il colore come traspare anche da alcune prime opere pubbliche dell’epoca (murales) e con la partecipazione ad alcune esposizioni.
Nell’arco di pochi anni il suo approccio alla figura diviene il campo d’azione attraverso cui spaziare cercando un equilibrio tra segno e colore. Ecco quindi l’idea di evocare la presenza umana e talvolta quella animale, in ambienti indistinti, anzi volutamente immateriali. Le figure che dominano le sue opere sono infatti per lo più volti, talvolta busti, raramente persone o animali nella loro interezza. Il tratto forte e deciso, un nero predominante sugli altri colori è il supporto ad ogni altro abbellimento cromatico. O, in altri casi, è il sugello, la definizione ultima rispetto a delle tramature di colore che si affastellano su quadri, carte, ceramiche ed altri supporti presenti anche nella Collezione di Ivano Costenaro e dei figli Luca e Matteo.
Il volto è l’interfaccia umana attraverso cui entrare in dialogo con l’altro, una sorta di spazio in evoluzione dove traspaiono e vengono tradotte le emozioni di ciascuno. Il ritratto è quindi un genere dove svelare sensazioni e idee, ma anche spazio di ricerca dove elevare attraverso forzature e caricature l’intimo dell’artista.
Come ha ben evidenziato il dr. Mario Guderzo in un catalogo antologico di qualche anno fa : “Notevole è, infatti, la sua produzione di questo genere pittorico in cui troviamo soggetti di grande espressività, quasi indecifrabili e, alle volte, enigmatici […]…colori sgargianti, delimitati da tratti decisi, da linee che rendono la sua una pittura vibrante, di notevole valenza estetica, dove il colore diventa simbolo di un’inquietudine interiore. In questo senso si possono ritrovare elementi propri di un Espressionismo nordico in cui prevalgono spesso temi quali il disagio esistenziale, l’angoscia psicologica, la melanconia profonda e struggente, un senso di incapacità e di difficoltà nel raggiungere l’idea di ‘infinito’ ”.
Le sue opere sono apprezzate in maniera trasversale da un pubblico locale ed internazionale, proprio per quel suo essere in equilibrio tra un gesto vigoroso e le possibili armonie segniche e cromatiche che di volta in volta vengono reinventate.
Un’ultima nota: a guardar bene non si direbbe, ma Bajo è daltonico.
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L’appuntamento della rassegna 70 + 40 + 190 = 300 storie POP, a cura di Eleonora Zampieri e Marco Maria Polloniato, è ospitato nel Teatrino della “Collezione Costenaro” solitamente ogni terzo venerdì del mese.
La partecipazione è gratuita con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti.
È possibile vedere la registrazione dell’evento sulla pagina Facebook Costenaro Assicurazioni.
Info e prenotazioni: 0424 382586 – 379 1282153 – www.collezionecostenaro.it
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Foto: Fabio Baggio, Archivio Costenaro.
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