Come 80 anni fa, il prossimo 25 aprile saremo in piazza a ballare insieme per festeggiare l'anniversario della liberazione dal nazifascismo. 🌹
Per ricordarci che la memoria va tenuta viva, ogni giorno, e per gettare un seme di pace in questi tempi di guerra. 🕊️
Vi aspettiamo dalle 16.30 alle 18.30 in Piazza Monte Grappa. L'evento è gratuito ed è organizzato con il patrocinio del Comune di Varese.
Poi tutti a Resistenza in festa 👉🏻
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«E fu il ballo. Tra la primavera e l’estate del ’45. E dopo. Una gioiosa febbre dei corpi che finalmente tornano a muoversi scuotendo l’immobilità pietrificata degli anni di guerra.
Il sepolcro è stato scoperchiato. Ora, la vita freme. I corpi si cercano, si toccano, respirano gli uni accanto agli altri, si esplorano annullando la distanza ostile in cui si erano murati. Il ballo genera fiducia, scioglie ogni diffidenza difensiva. È un teatro di sentimenti: nascono amori, si stringono amicizie, si diffondono i semi di una socialità nuova. Aperta, distesa. E si attenua il peso delle memorie luttuose, si comincia, ma ci vorrà altro tempo, a sbrogliare la matassa dei sentimenti negativi.
“Tutta Torino balla” intitola “L’Unità’” del 23 aprile 1945. Ma accade ovunque, per le strade e le piazze delle città e dei paesi, nelle corti delle case popolari, nelle aie delle cascine di campagna, persino ai bordi delle macerie accumulate. Balere improvvisate, un grammofono, e poco altro. Quando va bene, un’orchestrina sgangherata, strumenti rimediati. Tutto è improvvisato, perché tutto è nuovo.
Fra questi paesaggi precari scocca la scintilla d’energia che, più tardi, darà vita alla ricostruzione dell’Italia. La vita ricomincia lì. Ballando. Così il Paese esce dal buio. A passi di danza. La democrazia dei corpi anticipa e forse prepara la nuova democrazia repubblicana, sancita dal suffragio popolare nel giugno dell’anno dopo.
L’Italia ritrova l’incanto e lo stordimento della festa popolare. Tante feste. Grandiosa quella del 14 luglio 1945 a Milano, fra il Castello Sforzesco e il Parco Sempione: sette piste da ballo, nove orchestre, cento girandole di fuochi d’artificio, mentre alcune bande musicali, con gran baccano, percorrono in autocarro le periferie della città, “invitando la gente a uscire di casa e a ballare”. Senza il morso della paura, in un’“esplosione di letizia e di libertà”. “Ballavano ricchi e poveri, vecchi e bambini. Tutta Milano ballò nelle strade, fin oltre l’alba, sotto i lampioncini e le bandiere”. [...] »
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