Diario di un dolore
Teatro San Giorgio * Udine
domenica 26 ottobre
ore 17:00
60 min
domenica 2 novembre
ore 19:00
testo un progetto di Francesco Alberici con la collaborazione di Astrid Casali, Ettore Iurilli, Enrico Baraldi
con Astrid Casali, Francesco Alberici
disegno luci Daniele Passeri
scene Alessandro Ratti
produzione SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione Teatro Piemonte Europa – Festival delle Colline Torinesi
in collaborazione con Murmuris, Olinda, Lab 121
spettacolo realizzato in collaborazione tra FESTIL e Teatro Contatto
Diario di un dolore è un lavoro di Francesco Alberici, regista, autore e attore Premio UBU 2021, che ragiona sulle rappresentazioni possibili del dolore rispetto alle intimità di ciascuno, tratto dall’omonimo libro di C. S. Lewis e dall’autoritratto di Franz Ecke, collaboratore della rivista Frigidaire.
Si può raccontare il proprio dolore senza il sospetto di star tradendo sé stessi e la propria intimità? Un regista chiede alla sua attrice di lavorare a una messa in scena che affronti il tema del dolore, a partire da Diario di un dolore di C.S. Lewis. Come si rappresenta il dolore e quali sono i limiti nella possibilità di raccontarlo? La propria biografia può diventare l’oggetto della messa in scena senza il rischio che venga usata a fini spettacolari? E come si fa a ripetere, sera dopo sera, la messa in scena di un dramma, non di finzione, ma reale? Staccandosi sempre più dal libro di Lewis, e dall’idea di metterlo in scena, emergono le domande che divengono il centro di un altro, inaspettato, spettacolo. Mentre il mondo ci invita a catturare e narrare momenti di felicità, scopriamo che abbiamo più che mai voglia di parlare di dolore.
“Nessuno mi aveva mai detto che il dolore assomiglia tanto alla paura. Non che io abbia paura: la somiglianza è fisica. Gli stessi sobbalzi dello stomaco, la stessa irrequietezza, gli sbadigli. Inghiotto in continuazione.” C.S. Lewis inizia con queste parole il suo Diario di un dolore, indagine spietata e puntale di ciò che accade nel corpo e nella mente dello scrittore al momento della perdita dell’amata.
Questa breve lettura è stata la suggestione che mi ha definitivamente illuminato rispetto alla natura di questo progetto: negli ultimi due anni
alcuni avvenimenti personali mi hanno portato a provare in maniera sempre più netta una sensazione di smarrimento continuo, una sensazione di irrealtà nei rapporti con gli altri, col tempo e con le cose.
La lucidità di Lewis nel descrivere i suoi moti d’animo, il crollo della fede, l’impossibilità di gestire la memoria del passato che continua ad affiorare alla morte della moglie, è spietata e commovente al tempo stesso. Questo libro, assieme a molti altri materiali di riferimento, ma in particolare questo libro, vuole essere il punto di partenza di un‘indagine sul funzionamento del dolore – dolore legato ad una perdita, a un senso di fallimento o a uno smarrimento di vita.
Le parole del neuropsichiatra Stefano Benzoni mi fanno sperare nel valore politico della scelta di affrontare un discorso – quello sul dolore – rimosso dal nostro lessico quotidiano: oggi non c’è un’epidemia di depressione tra i bambini, ma i dati segnalano un crescente disagio.
Io invito a interrogarci se questa “epidemia di infelicità” non sia invece un’“epidemia di felicità”, cioè una sorta di ingiunzione morale collettiva rispetto al mantra della felicità.
Francesco Alberici
Estratti dalla rassegna stampa
«Alberici lascia la domanda aperta a diverse risposte, trasmettendoci soprattutto quel rapporto tra scena e vita che sta alla base del teatro e della sua missione.»
Mario Bianchi, Krapp’s Last Post
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