MAGI – Convegno sulle Antiche Tradizioni Magiche
Sabato 21 giugno 2025 | Ore 14:00 – 19:00
Presso Teatro Flavio – Via Giovanni Mario Crescimbeni, 19, Roma
In occasione del Solstizio d’estate, la Libreria Rotondi, La Società Dello Zolfo e Venexia Editrice sono lieti di invitarvi a MAGI: Convegno sulle Antiche Tradizioni Magiche. Sarà un pomeriggio di studi, riflessioni e approfondimenti dedicato ai saperi arcani delle civiltà antiche e alle loro eredità nel pensiero magico occidentale.
Nel corso dell’evento interverranno quattro relatori d’eccezione, autori e ricercatori riconosciuti a livello nazionale per il loro contributo allo studio dell’esoterismo:
Sebastiano Fusco – La Magia Ebraica
Pietro Mander – La Magia a Babilionia
Federico Bottigliengo – La Magia Egizia
Marco Maculotti – Eros e Magia nel Rinascimento
Modera: Adriano Ercolani
Un’occasione unica per entrare in contatto con le radici profonde della magia e dei suoi simboli, nel cuore di Roma.
Il costo del biglietto è di 30 euro, prenotazione anticipata obbligatoria, posti limitati.
Incluso nella partecipazione, a fine conferenza, aperitivo e rinfresco con i relatori.
Acquista qui il biglietto:
https://www.libreriarotondi.it/prodotto/biglietto-per-magi-convegno-sulle-antiche-tradizioni-magiche/
Programma completo, in ordine di intervento:
Marco Maculotti – Eros e Magia nel Rinascimento
Secondo l’assunto enunciato da Ioan Petru Culianu, geniale storico delle religioni romeno allievo del connazionale Mircea Eliade, nel suo eccezionale saggio Eros e Magia nel Rinascimento (1984), la magia sarebbe essenzialmente «scienza della manipolazione dei fantasmi», e il mago rinascimentale non sarebbe stato solo «psicanalista e profeta», ma anche anticipatore di professioni moderne quali «capo delle relazioni pubbliche», «direttore dei mezzi di comunicazione di massa» e «agente pubblicitario». In questa ottica, «il passaggio da una società a dominante magica verso una società a dominante scientifica si spiega in primo luogo con un mutamento dell’immaginario», nel senso che «dopo il Rinascimento, le nostre facoltà di operare direttamente con i nostri propri fantasmi, se non con quelli altrui, sono diminuite», con la conseguenza che «il rapporto tra conscio e inconscio si è profondamente modificato, e ridotta a nulla la nostra capacità di dominare i nostri propri processi immaginari». Così, con le parole di Eliade che leggiamo nella prefazione, «dopo la morte di Giordano Bruno, la Riforma e la Controriforma hanno imposto con successo una radicale censura dell’immaginario», che «riuscì a fare piazza pulita delle “scienze” fondate sul controllo dell’immaginario, in particolare l’eros fantastico, l’Arte della memoria e la magia».
Federico Bottigliengo – Al di là degli occhi chiusi: sogni, defunti e dèi nell’antico Egitto
Che sogno “hai fatto” questa notte? Noi moderni siamo abituati a usare tale espressione per indicare il vissuto onirico, dando per scontato che esso sia semplicemente il frutto di processi neurobiologici legati al sonno. Ebbene, un egiziano antico avrebbe replicato, con grande sconcerto, “I sogni non si fanno, si ricevono”, poiché il sogno era considerato una condizione nella quale si poteva entrare in contatto con esseri altrimenti inaccessibili – divinità, defunti o amici lontani –, ricevendo messaggi, consigli, aiuti o, purtroppo, subendo danni e problemi. E così nel corso della storia egizia sono stati elaborati strumenti interpretativi, incantesimi e rituali per rendere il contatto con “coloro che sono laggiù” il più chiaro, sicuro ed efficace possibile.
Pietro Mander – La magia a Babilonia
L’intervento esplora la concezione mesopotamica dell’universo come una rete cosmica, una struttura connettiva che lega visibile e invisibile, nature diverse, umano e divino. All’interno di questo paradigma, la magia emerge non come superstizione, ma come una scienza operativa fondata sul principio di corrispondenza: agire sul mondo visibile per influenzare le forze invisibili. L’attenzione si concentra sulla figura dello āšipu, l’esorcista-sacerdote, figura di iniziato e specializzato nella lotta contro le entità demoniache, il cui modello celeste è rappresentato dal mito della battaglia tra il dio guerriero Ninurta e il demone Asag. Verranno presentate alcune raccolte di esorcismi tramandate su tavolette cuneiformi, che descrivono i rituali, le tecniche operative e le tipologie di spiriti maligni. Infine, si affronterà il tema della purificazione e della teodicea, mostrando come, nella visione mesopotamica, anche il male potesse avere origine divina e richiedesse rituali complessi per il suo superamento. Infine, come testimonia l’Inno a Nungal, è possibile la purificazione e la redenzione.
Sebastiano Fusco – La magia ebraica
“I giusti, se lo desiderano, possono creare un mondo”, disse Rabbi Rava, uno dei sapienti d’Israele, più volte citato nel Talmud. Ma che significa creare un mondo, e che mondo si crea? Lo spiega il Sepher Yetzirah, testo fondante della Kabbalah, secondo cui se il potere della creazione dal Nulla è riservato al Signore, l’uomo può tuttavia acquisire il potere della “formazione”, ovvero usare le facoltà della mente per dar vita a enti compiuti. Tali poteri permettono a chi è “giusto”, ovvero chi si conforma alla Volontà divina, di avere accesso a tutti i mondi che possono essere immaginati (o “formati”) a misura delle nostre capacità e che compongono l’immensa struttura di un multiverso che si sviluppa in undici dimensioni. A questi universi si accede attraverso “porte” individuate dagli archetipi collegati alle lettere dell’alfabeto ebraico, aperte grazie alla meditazione estatica. Non c’è limite alle potenzialità del pensiero formatore: chi sa usarlo, può anche dar luogo a creature “viventi”, come il Golem.
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