Per festeggiare i 35 anni dall’uscita di “Batti il tuo tempo” e rievocare l'atmosfera in cui è nato il primo disco di rap in italiano.
SABATO 6 SETTEMBRE
PARCO DEL CIRCOLO ARCI CONCETTO MARCHESI - Via del frantoio 9c -
(Festa dell’attivismo sociale, studentesco e sindacale)
Cattivi maestri - 35 anni di "Batti il tuo tempo"
Vecchia e nuova scuola insieme
MILITANT A (Onda Rossa Posse - Assalti Frontali)
Dj LAMPADINA AKA LAMPADREAD (Onda Rossa Posse - One Love Hi Powa)
O ZULU' (99 Posse)
DJ DSASTRO (Tributo a Lou X)
POL G (Assalti Frontali)
ER TEMPESTA (Assalti Frontali)
ELLIE COTTINO
KIKI
PIAGA
La canzone "Batti il tuo tempo" (uscita il 15 giugno 1990) nasce dal basso, per strada, manifesto di una generazione che usciva dagli anni ‘80 reclamando spazio nella società e dando spallate alla storia e ai cancelli di posti chiusi e abbandonati... per aprirli, occuparli, renderli vivi e disponibili ai quartieri. Una generazione che si muoveva fuori dal mercato e fuori anche dalle istituzioni, in una terza via chiamata autogestione.
Cresciuti nei laboratori sotterranei, ai margini della società, uscivamo allo scoperto in modo inatteso, esplosivo, rivoluzionario, con la Kefiah e le bandiere palestinesi nelle università occupate, nelle piazze, in nome di una società più giusta, in modo completamente autonomo, indipendente, liberi, cattivi maestri, terribilmente contagiosi, tanto da diffonderci rapidamente in tutta Italia.
"Batti il tuo tempo" è stato la colonna sonora adottata da quel movimento perché aveva il linguaggio giusto, il ritmo adatto a rappresentare quel bisogno.
Fu l’irruzione del rap con il testo in italiano.
Dicevano che era impossibile nella nostra lingua.
Ma essere interni a quel movimento ci dette lo stimolo intellettuale necessario per provarci ed eliminare la parola impossibile dal vocabolario.
La nostra gente aveva bisogno di parole radicali, dirette, e noi gliele volevamo dare.
Il linguaggio dell’hip hop che arrivava dai ghetti americani, parlava di riscatto sociale, era la voce dei senza voce e poteva essere anche il nostro linguaggio, ma non ci bastava riportarlo così come un dogma.
L’interpretazione dell’Onda Rossa Posse servì ad accettare la sfida di portare il Rap in Italia. A dare un senso "nel nostro paese" a quel linguaggio, di prossimità, di empatia, carica, riscatto, vicinanza. A dargli una base sociale. Il sogno di quest'arte è rivoluzionario: opporsi alla violenza della società con la poesia e il ritmo.
Dopo quel periodo di fuoco non ci siamo mai fermati.
Sabato 6 settembre a Roma e poi in altre città porteremo questo evento per rievocare questa storia e unire la vecchia con la nuova scuola.
Canteremo questo disco iconico, alternandoci con gli ospiti sulle basi di Batti il tuo tempo, Categorie a Rischio, Quello che siamo, Omaggio a Sante, A tempo di Rap, e poi i dischi successivi, arrivando fino a oggi in un filo rosso che non si è mai interrotto.
Attenzione! Il concerto inizia alle 21, si alterneranno canzoni, video, racconti, tributi e finirà improrogabilmente alle 23.45.
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