UmbriaEnsemble/ Ministro della Cultura/ Regione Umbria/
Università degli Studi di Perugia/ Scuola Lingue di Estere dell’Esercito
Venerdì 23 Maggio, ore 20
Chiostro di Santa Giuliana, Perugia
Suoni di Boschi e d’Abbazie- V Edizione
Pietre che Cantano- Il Cantico delle Creature
Tristano e Isotta
Una grande storia d’amore. Appassionata, travolgente e assoluta, quella di Tristano e Isotta è stata una storia d’amore con una carica esplosiva pericolosa per l’ordine sociale costituito, e, insieme, una carica emotiva inesauribile per alimentare pensieri, parole ed opere di intellettuali e di artisti per lunghi secoli a venire. Una storia d’amore di quelle che di diritto vanno ad abitare la fulgida e impalpabile regione dello spirito che si stende fluida tra Storia e Mito.
Ma, anche dicendola così, non diremmo bene, non diremmo abbastanza di Tristano e Isotta. Perché la loro storia – come ogni soverchia esperienza emotiva, che tale è in quanto volontà di superamento di sé stessa – è una storia d’amore e di morte.
Nihil novi sub sole, certo, giacché ἔρως καὶ θάνατος, eros e thanatos, sono l’eterna coppia degli opposti che si pigliano per la coda. I due amanti del ciclo arturiano che da oltre mille anni abitano ancora le nostre fantasie e più remote nostalgie sono tanto attuali, forse, perché spingono fino al confine estremo la propria passione erotica, ma, pure, sono vittime inconsapevoli di un sortilegio; danzano sulla frontiera su cui si spalanca l’abisso, ebbri di vita, condannati alla morte. Una tensione dialettica la cui dinamica riconosciamo nelle forme della nostra esperienza: in quelle più addomesticate così come in quelle più brutali.
Tensione di opposti non sempre e non tutti conciliati; chiaroscuri che abbozzano ritratti incerti. E la Musica che esprime luci ed ombre di questo mood meglio di ogni parola. Sarà la Musica, dunque, Venerdì 23 Maggio, nel Chiostro del Complesso Monumentale di Santa Giuliana, a Perugia – capolavoro trecentesco attribuito al genio del Gattapone – a celebrare il pathos dell’eterna coppia di amanti ai quali è dedicato anche l’attuale corso monografico del Prof. Carlo Pulsoni, Ordinario di Filologia Romanza all’Università di Perugia. Un evento importante ed atteso, nato dalla ormai consolidata e fertile collaborazione tra UmbriaEnsemble e UniPG che, in questa occasione, si arricchisce della preziosa collaborazione della Scuola di Lingue Estere dell’Esercito che nello splendido Complesso di Santa Giuliana ha la propria sede.
Liszt, naturalmente, con la trasognata Isolde Liebestod, ad aprire il Concerto di UmbriaEnsemble (Linda Di Carlo, Pianoforte; Riccardo Zamuner, Violino; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello); dunque l’olimpico Trio in Sib di Franz Schubert ed il drammatico Quartetto K 478 in sol minore di Wolfgang Amadeus Mozart che, proprio come la coppia di amanti, danza sul ciglio dei propri confini. Limiti e dialettiche che nella partitura sono impliciti già nella committenza – la strumentazione stessa, col Pianoforte in opposizione agli Archi; la vocazione sinfonica più che cameristica; l’arditezza tecnica della partitura irraggiungibile per gli amatori, all’epoca principali destinatari delle pubblicazioni – e sui cui tuttavia la Musica danza, infrangendoli, superandoli e facendosi creatura senza tempo.
Eterna, come la storia d’amore di Tristano e Isotta.
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