Puzzle Concerti e spiacente di dover comunicare che a causa di impegni televisivi inderogabili dell’Artista, la data del 22 dicembre 2025 è spostata e anticipata a giovedì 18 dicembre 2025 sempre al Teatro Regio di Parma sempre alle ore 21:00.
Restano validi i biglietti emessi.
Le eventuali richieste di rimborso potranno essere effettuate entro e non oltre il 31.01.2025 solo e soltanto tramite il sistema di biglietteria presso il quale si è effettuato l’acquisto e seguendo le modalità riportate sui rispettivi siti internet.
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🎭 PAOLO CREPET 🎭
🎭 "Il Reato di Pensare" 🎭
📆 Giovedì 18 dicembre 2025
📍 Teatro Regio, Parma
🕘 Ore 21.00
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Al termine dello show il Dott. Crepet si fermerà per un firma copie (acquistabili in loco) ed un saluto con il pubblico
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Elenco punti vendita fisici Parma e Provincia:
Puzzle Puzzle S.r.l.
Via Borsari, 1b - 43126 Parma (PR)
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Orari: lun-ven 15:00-19:00;
Iat Comune Di Parma
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Orari: lun-dom 09.00-19.00
Bar Tabaccheria Lottici
Piazza Ghiaia33/D 43100 Parma (PR)
Tel. 0521.235692
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Orari: lun-sab 6:00-13:00/15:00-19:30; dom chiuso
Tabaccheria della Rocca
Via Emilio Lepido1/A 43123 Parma (PR)
Tel. 0521.244366
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Orari: lun-sab 7:00-13:30/14:45-19:30; dom 9:00-13:00
Tabaccheria Melody
Via Parigi, 25/D Parma
Tel. 0521.483682
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Orari: lun-sab: 07.30-13.00/14.30-19.30; dom chiuso
Tabaccheria Vizio E Capriccio C/O Centro Comm.Le Panorama
Via Silvio Pellico, 20a Parma
Tel. 0521.982402
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Orari: lun-sab: 08.30-21.00 dom 09:00-20.00
Tabaccheria Mille Idee
Via Garibaldi, 69 Secondo Parmense
Tel. 0521.874236
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Orari: lun-sab: 08.00-13.00/15:00-19:30; dom chiuso
Tabaccheria Salati
Piazza Partigiani d'Italia4 43044 Collecchio (PR)
Tel. 0521.805603
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Orari: lun-sab 6:00-19:30; dom chiuso
Tabaccheria la Dea Bendata
Via XXIV Maggio28 43045 Fornovo di Taro (PR)
Tel. 0525.3584
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Tabacchi e di Piu' (Punto SNAI)
Via Berenini Agostino, 25 Fidenza (PR)
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Lun-Sab: 07.30/20.00 Dom: 09.00/13.00
Tabaccheria A & G
Piazza Repubblica33 43015 Noceto (PR)
Tel. 0521.627150
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Orari: lun-sab 6:0-13:00/15:00-19:30; dom 9:30-12:30
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PAOLO CREPET
“IL REATO DI PENSARE”
Teatro Regio, PARMA – 18 dicembre 2025
Dopo il fulmineo sold out delle due date del 2024, Puzzle Concerti riporterà a Parma il Dott. Paolo Crepet in un nuovo show, intitolato “IL REATO DI PENSARE”, nella magnifica cornice del TEATRO REGIO di Parma il 18 dicembre 2025 alle ore 21:00.
IL REATO DI PENSARE
Il reato di pensare è un impercettibile filo spinato che inibisce la mente di chi ancora vorrebbe immaginare senza paura di pensare a ciò che sta pensando.
Da che mondo è mondo despoti, potenti, dittatori, ma anche semplici cittadini -basterebbe pensare alle relazioni sentimentali e familiari- hanno temuto il pensiero libero. La storia insegna che i conflitti sono nati per sradicare, impedire, punire chiunque abbia cercato di esprimere le proprie opinioni. Il linguaggio - ogni forma espressiva - è lo strumento più facile da controllare; non il pensiero che rimane spesso celato, alimentando sospetti, paranoie, dubbi su fedeltà e obbedienza, disponibilità alla sudditanza, propensione al tradimento. Per questo l’immaginazione è sempre più ricca delle parole, quindi insidiosa e potenzialmente pericolosa.
Eppure, dopo secoli di civilizzazione una parte consistente dell’umanità aveva lambito una certa idea di libertà. Molti sono convinti che il prossimo futuro consentirà nuove frontiere, avanzamenti, conquiste civili. Nonostante nuove guerre e massacri molti continuano a essere convinti che lo spazio per le libertà continuerà ad ampliarsi.
Questo spettacolo nasce invece da sensazione diversa: stiamo lambendo un imprevisto quasi paradossale, un limite che silenziosamente sta facendo regredire la civiltà invece di garantirne un progresso. Una muraglia invisibile per secoli ha sfidato l’umanità più coraggiosa, ora sembra illuderla.
Qualcosa è andato storto, ormai evidente anche a chi non vuole ammetterlo e preoccuparsene: viviamo una contraddizione lacerante. Vedo attorno a me gente confusa che in parte cerca nuove parole, mentre altri percepiscono una visione assottigliata dalle proprie, smisurate necessità individuali. Come se, abbattendo nuovi muri e pronunciando parole che solo qualche decennio fa sarebbero sembrate blasfeme, improvvisamente fossimo dominati dall’eco silenzioso di nuove paure generate dall’angoscia che quelle stesse nuove forme di libertà siano improvvisamente diventate abbagli, azzardi, pericoli, insuete forme di ansia e di inquietudine.
Sta avanzando l’idea che le libertà debbano essere frammentate, limitate entro nuovi vocabolari, schemi.
Addomesticare le parole, quindi il pensiero che le genera, porta alla normalizzazione che fa parte di una regola del nuovo marketing ideologico. Temo che possa accadere qualcosa di più: che si faccia avanti l’esigenza un nuovo “codice” che disciplina il pensiero. Non saranno più la morale, l’etica o i sensi di colpa, ma un ritorno indietro all’idea che le parole, ma soprattutto l’ispirazione che le genera, debbano essere auto-inibite. Una forma di censura autoindotta che permetta un asservimento di massa.
Per ottenere questo occorre un metodo efficace, una regola regina per evitare che il fiume libertario straripi e riporti la mostra comunità a una massa di individui controllabili non per le loro scelte, ma per ciò che le genera, il pensiero.
Il reato di pensare inciderà sulla reciprocità, così svanisce la contaminazione culturale, emotiva, relazionale. Si arriva a essere atterriti delle proprie idee, dall’idea e dalla necessità di esporle.
Alla radice di ogni forma di libertà c’è il pensiero, l’esercizio del libero arbitrio. Se per la prima volta nella storia dell’umanità si decidesse, senza nemmeno imbarazzarcene, che per seguire le regole del mercato e della politica si deve proibirlo, inibirlo, scioglierlo fino a frammentarlo a schegge insignificanti, che ne sarà della nostra immaginazione, del nostro genio che nasce dalla disubbidienza all’omologazione?
Limitando la formazione del pensiero si potrà controllare il futuro. E’ una fantasia che non hanno solo molte aziende, ma anche politici, capi spirituali, intellettuali. Sono le persone che vorrebbero un’umanità attanagliata dalla paura dell’idea stessa di riflettere? Al posto di un futuro fantastico e gioioso, c’è chi vorrebbe indurre ognuno a imprigionare la propria mente,
diventando replicanti, inibiti nella critica e del dubbio.
Il reato di pensare non ha bisogno di nuove leggi, anche perché a ben guardare esiste già senza che ce ne siamo accorti. Quante forme di “politicamente corretto” stanno distorcendo la formazione dell’ideazione, quanti veti ideologici e contro- ideologici stanno costruendo nuove gabbie invisibili ma paralizzanti, quante censure e autocensure ci stiamo imponendo
pensando che siano nuove forme di libertà?
Già oggi è diventato difficile scrivere, parlare, esprimere un giudizio liberamente dovendo tener conto di una censura che, già alle radici (o meglio nel software della nostra tecnologica
digitale) sta tarlando il grande albero della libertà individuale.
Se l’espressione libera del pensiero diventa un ostacolo a un futuro basato su nuovi dogmi, steccati ideologici, algoritmi inventati per controllare ogni sillaba, che fine faranno l’innovazione, il prodigio, la creatività che non si bada sulla replica?
Chi scoprirà le Nuove Indie? Chi troverà il coraggio di cercare l’originalità della nostra mente?
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