18 Ottobre - Gente d'o Sud per la Palestina, 18 October | Event in Napoli | AllEvents

18 Ottobre - Gente d'o Sud per la Palestina

Mezzocannone Occupato

Highlights

Sat, 18 Oct, 2025 at 02:00 pm

Piazza Garibaldi

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Date & Location

Sat, 18 Oct, 2025 at 02:00 pm (CEST)

Piazza Garibaldi

Piazza Garibaldi, Naples, Italy, Napoli

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18 Ottobre - Gente d'o Sud per la Palestina
PER MARE E PER TERRA, FERMIAMO IL GENOCIDIO IN PALESTINA

«Non dimenticate con quanta tenacia abbiamo resistito e ci siamo aggrappati alle nostre case e alla nostra terra, anche quando il mondo ci aveva praticamente abbandonati.»

Sara Awad, scrittrice palestinese a Gaza

Il nostro sarà ricordato dalle generazioni future come il tempo del genocidio.

Un tempo crudele in cui il nostro mondo è stato il brutale scenario del tentativo di distruzione del popolo palestinese, della sua cultura, delle sue città, della sua identità, del suo futuro.

Un tempo in cui i governi occidentali hanno aiutato Israele a portare avanti i suoi piani di sterminio, sostenendoli economicamente, politicamente e mediaticamente.

Questo, per noi, è il tempo di agire, di assolvere al nostro ruolo storico: rompere il silenzio e tentare, in ogni modo possibile, di fermare il genocidio.

Il genocidio in Palestina è un dato di fatto e va avanti velocemente.

Mentre il mondo occidentale è impegnato in un astratto dibattito su quelle che qualcuno definisce questioni terminologiche, a Gaza il genocidio continua, rapidamente e violentemente. E chiamarlo così non è una scelta lessicale, è riconoscere la realtà e avere il coraggio – oltre che il dovere – di chiamarla col suo nome, con tutta la gravità che questa parola porta con sé.

Quando esponenti del governo israeliano negano la stessa esistenza del popolo palestinese rivelano il vero e criminale intento delle loro politiche: negare l’identità dei palestinesi e cancellarla. Israele sta uccidendo in massa i palestinesi da quasi due anni, sostenendo di colpire in maniera chirurgica obiettivi militari, mentre bombarda ospedali, ambulanze, abitazioni, scuole e spara ad altezza uomo sulle persone in fila per ricevere aiuti umanitari. A Gaza fino ad oggi sono stati uccisi giornalisti, medici, donne, bambini, giovani, civili, in maniera indiscriminata. E chi sopravvive resta gravemente ferito, mutilato, segnato nel corpo e nell’anima da una violenza sadica che impedisce anche l’accesso alle cure condannando a morte altre migliaia di persone. Come se non bastasse, negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una nuova fase del genocidio, forse meno plateale dei bombardamenti quotidiani, ma più crudele e dolorosa, in cui la fame diventa un’arma di distruzione di massa. Ma i crimini di guerra di Israele non si limitano al presente, perché colpire gli ospedali, abbassare l’età media di vita delle persone, togliere la corrente alle terapie intensive, ridurre le donne in condizioni di malnutrizione estrema significa impedire le nascite, estirpare il futuro, annientare la possibilità di sopravvivenza di un intero popolo.

Tutto questo, secondo la Convenzione dell’ONU del 1948, conferma che ciò che Israele sta

compiendo in Palestina è un genocidio e dovrebbe obbligare i governi dei 149 Stati che l’hanno sottoscritta ad intervenire immediatamente per fermarlo.

Israele uccide, l’Occidente lo aiuta.

Ma come è possibile che siamo arrivati a questo punto, ora che nessuno può dire che non sapeva o che non ha visto? Come è possibile che le immagini atroci condivise sui social siano diventate semplicemente parte della nostra normalità?

La vera forza di Israele, che gli ha consentito di agire indisturbato, sono i suoi alleati, sono i nostri governi. Perchè se Netanyahu è il mandante morale e materiale, Trump, Meloni, von der Leyen e i loro amici in tutta Europa ne sono complici. Il presidente statunitense ha mostrato al mondo il suo progetto per la Striscia di Gaza, con la scintillante riviera e la dorata Trump Tower costruite sulle macerie. La nostra premier ha ribadito l’amicizia che la lega a dei criminali di guerra, continuando, come la presidente della Commissione europea e gli altri capi di Stato UE, a dirsi contraria alle sanzioni e all’interruzione dell’accordo di cooperazione con Israele, misure essenziali per esercitare la pressione necessaria per fermare il genocidio, attaccando nei suoi interessi economici, politici e militari chi lo porta avanti.

Ma la responsabilità del mondo occidentale non è solo morale, ma materiale. Le armi utilizzate dall’IDF sono italiane, vendute dalla Leonardo S.p.a., strumenti e tecnologie impiegate contro i civili sono fornite da multinazionali come Amazon, Microsoft e Google, mentre gli accordi di cooperazione internazionale e gli accordi accademici contribuiscono a legittimare l’immagine di Israele, nonostante gli orrori di cui si macchia. Si tratta di miliardi di dollari, euro e sterline che quotidianamente finanziano le politiche israeliane, legittimandole e sostenendole operativamente, creando quella che Francesca Albanese ha chiamato «economia di genocidio». Giorgia Meloni ha detto che sulla Palestina c’è chi urla slogan e chi salva i bambini, lei è dunque felice di far parte del secondo insieme. Come spiegherà tuttavia la Premier che mentre si racconta come quella che salva i bambini è anche quella che arma chi quei bambini li uccide, li mutila, li stermina, li riduce alla fame?

Cosa resterà dell’umanità e della democrazia?

Il calcolo delle calorie necessarie alla sopravvivenza dei Palestinesi, le umiliazioni perpetrate dai coloni in Cisgiordania, le immagini di Gaza distrutta appese nelle carceri israeliane per turbare i prigionieri palestinesi, rivelano il volto più sadico di Israele e la disumanità di chi resta in silenzio.

Se non fermiamo il genocidio in Palestina non saremo solo responsabili senza giustificazioni di un crimine gravissimo, ma dovremo anche raccogliere i cocci di quello che resterà della nostra umanità e delle nostre democrazie, sospese in nome della difesa degli interessi di guerra. Una preoccupazione che diventa sempre più concreta assistendo ai tentativi di silenziare chi si espone pubblicamente, come nel caso di Francesca Albanese, o di vietare qualsiasi manifestazione che si configuri come un attacco alle politiche israeliane, come proposto dalla Lega, anche quando quelle politiche hanno come obiettivo lo sterminio di un popolo. Sempre quella Lega di governo, guidata dall’ormai goffo Matteo Salvini, parla di “caccia all’ebreo” in riferimento ad iniziative straordinarie come la Global Sumud Flottilla. Quella stessa “caccia all’ebreo” che mai ha riguardato l’agire del movimento globale per la

liberazione della Palestina, ma che tutt’al più ha riguardato – ed in fondo, riguarda ancora –

l’elettorato del centro destra attualmente maggioranza in Parlamento, che mai ha

rinnegato le proprie origini legate a doppio filo col Fascismo, con l’epoca repubblichina, quelle sì realmente antisemite.

Non saranno i tanto decantati «valori occidentali» a salvarci da tutto questo, ma il rifiuto di

normalizzare tutto questo, il coraggio di prendere posizione e di agire, perché il senso della giustizia e del rispetto dell’altro si perde ogni giorno di più in un mondo che si abitua alle tragedie, rendendo l’impotenza uno stato d’animo perpetuo e la sottrazione delle libertà una legge.

Agire è una responsabilità storica.

La vera garanzia che ci sia qualcosa da salvare in mezzo alla vergognosa insufficienza del mondo occidentale sono i milioni di persone che sono scese in piazza a Londra, a Bruxelles, a l’Aja, a Berlino, a Roma e in tantissime altre città, gli studenti e le studentesse che hanno occupato le università chiedendo l’interruzione degli accordi accademici con Israele e con le aziende belliche, gli attivisti e le attiviste della Global Sumud Flotilla che hanno sfidato l’esercito israeliano a bordo di navi civili per raggiungere le coste palestinesi. Quelle barche sono la flotta che difende la nostra umanità, non solo perché stanno cercando di aprire dei corridoi umanitari per dare un reale sostegno ad una popolazione la cui vita è sempre più difficile, ma soprattutto perché dimostra con coraggio che chi in questo momento si sente il più potente del mondo può essere sfidato e attaccato. Anche di fronte all’imbarazzante silenzio o alle timide parole dei nostri governi, c’è una parte di mondo che ha la forza di denunciare quello che sta accadendo, di dire che non basta lanciare dagli aerei poche tonnellate di aiuti umanitari, che non si può parlare di guerra, che non basta balbettare qualche generica parola sulla questione umanitaria, serve avere il coraggio di condannare e contrastare in ogni modo il genocidio del popolo palestinese, anche mettendo in gioco la propria stessa vita se necessario.

È questa, forse, la più grande lezione che ci ha insegnato il popolo palestinese, che non si è mai arreso e continua anzi a resistere, nonostante tutto.

Il 18 ottobre costruiamo una giornata nazionale della solidarietà a Napoli!

Questo è il momento di fare ciò che i Palestinesi ci chiedono da anni, da quando l’occupazione israeliana ha iniziato a sottrarre le loro terre, a cacciarli dalle loro case e che in questi ultimi due anni è diventato ancora più urgente e necessario: essere solidali e fare pressione sui nostri governi. Per questo motivo crediamo sia fondamentale rispondere agli appelli dei palestinesi in diaspora, di chi da ogni parte del mondo organizza il sostegno collettivo al suo popolo e alla sua resistenza, ma questo non ci assolve dalle nostre responsabilità. Oltre a camminare dietro di loro, il 4 ottobre 2025 come nelle altre manifestazioni convocate da comunità e organizzazioni palestinesi, abbiamo il dovere morale e politico di costruire una rete di solidarietà quanto più ampia possibile, mettendo insieme anime e soggetti diversi, parlando a chiunque è disposto ad agire concretamente contro il genocidio e costringere il nostro governo a rispettare la volontà che viene dalla società.

Napoli è da sempre una città di pace, un porto sicuro bagnato da quel mar Mediterraneo che leggi razziste e accordi vergognosi stretti sulla pelle delle persone migranti hanno reso un cimitero e che continua a essere oggetto di passerelle e kermesse di sionisti e guerra fondai. Il 14 settembre con la venuta di Ehud Olmert e dal 15 al 17 ottobre con le delegazioni di USA, Africa, "Medio Oriente" e Europa nell'ambito dell'iniziativa "Dialoghi mediterranei" organizzata dal Ministero degli Esteri, qualcuno prova a incontrarsi in nome di un mare che non gli appartiene, che per noi deve essere, invece, il simbolo di un legame, un luogo in cui si mischiano culture e si incrociano lotte.

È a Napoli che il 18 ottobre vogliamo raccogliere la solidarietà della gente del Mediterraneo per una grande manifestazione nazionale del Sud, che mandi un messaggio chiaro: non in nostro nome.

Fermiamo il genocidio! Palestina libera!

Adesioni in aggiornamento:

Associazioni e collettivi

Mezzocannone Occupato

Comitato Vele di Scampia

Stop Biocidio

KAOS

Cantiere 167 Scampia

Fridays for Future Napoli

LEA Climax

Collettivo Argo

Periferia Attiva

Comunità Palestinese della Campania

Libera - Campania

Teatringestazione

Collettivo Vico

Collettivo Genovesi

Collettivo Diaz

Collettivo Della Porta

Collettivo Casanova

Collettivo Boccioni

Collettivo Fonseca

No hub del gas Abruzzo

Città Futura

Damm

Sgarrupato

Assemblea Irpina per la Palestina

Comitato Resistenza Radicale azione nonviolenta

Associazione Generazioni Future

Artistə

99 Posse

Franco Ricciardi

La Niña

Dario Sansone

Roberto Colella

La Maschera

Valerio Jovine

Carmine Lauretta – in arte Vesuviano

Claudio Gnut

Da Blonde

Ivan Granatino

Pepp-Oh

Sangue Mostro

Speaker Cenzou

Ascanio Celestini

Ezeeo

Maurizio Capone

Etta Di Marco

Raffaella De Falco - in arte Raffica

Antonio Saporito

Società civile

Antonio Mazzeo - Attivista No War

Antonio La Piccirella - portavoce Global Sumud Flotilla Italia, steering commette

internazionale, squadra operativa Global Sumud Flotilla e Freedom Flotilla coalition

Andrea Salvo Rossi – Ricercatore di Letteratura Italiana (Università degli Studi di Napoli

Federico II)

Iain Chambers – già professore ordinario di Studi Culturali e Postcoloniali del Mediterraneo,

(Università di Napoli l’Orientale)

Bernardo De Luca - Professore Associato di Letteratura Italiana Contemporanea (Università

degli Studi di Napoli Federico II)

Elena Bilancia - Assegnista di Ricerca (Scuola Superiore Meridionale di Napoli)

Giuseppe Andrea Liberti - Ricercatore Universitario di Letteratura Italiana (Università degli

Studi di Napoli Federico II)

Mario Cosenza - Ricercatore Universitario di Filosofia Morale (Università degli Studi di

Napoli Federico II)

Pietro Sebastianelli - Ricercatore di Filosofia politica (Federico II)

Natasha Leal Rivas - Ricercatrice di Linguistica Spagnola (Federico II)

Fabiana Gambardella - Professoressa Aciata di Filosofia Morale (Federico II)

Alessia Gifuni - Dottoranda in Scienze filosofiche (Federico II)

Maurizio Braucci - scrittore e sceneggiatore

Mariangela Palomba - dottoranda in Archivio e Biblioteche, dottorato Nazionale Sapienza -

Federico II

Vittoria Vairo - Ricercatrice di filologia greca (Federico II)

Concetta Maria Pagliuca - Assegnista di ricerca (Federico II)

Ilaria Coniglio - dottoranda in filologia (Federico II)

Maria Castaldo - dottoranda in studi letterari, linguistici e comparati (Federico II)

Diletta Bergamo - Dottoranda in Filologia (Federico II)

Marco Chiarolini - dottorando in TTCL, scuola Superiore Meridionale

Flavia Volpe - dottoranda in TTCL, scuola Superiore Meridionale

Sara Giovine - contrattista di ricerca in linguistica italiana, Scuola Superiore Meridionale

Federico Ruggiero - RtdB in Filologia Italiana (Federico II)

Chiara Fusco - Dottoranda in Filologia della Letteratura Italiana (Federico II)

Silvia Tripodi - Assegnista in Archivistica e Biblioteconlmia (Federico II)

Camilla Russo - Dottoranda in Filologia (Federico II)

Serena Picarelli - Assegnista di ricerca in Paleografia (Federico II)

Fara Autiero - Assegnista di ricerca in Filologia della letteratura italiana, Scuola Superiore

Meridionale

Sandra Gorla - Assegnista di ricerca in Paleografia Latina (Federico II)

Bruno Mandolese - Dottorando TTCL, Scuola Superiore Meridionale

Chiara De Caprio - Professoressa Ordinaria di Linguistica Italiana (Federico II)

Salvatore Iacolare, Docente a contratto in Storia della lingua italiana, Università degli Studi

di Napoli “Federico II”

Francesco Pisano, assegnista di ricerca, Università degli studi di Napoli Federico II

Imma De Pascale, docente a contratto di Estetica dei beni culturali, Università degli studi di

Napoli Federico II

Anna Fava, docente a contratto di Storia della lingua italiana, Università degli Studi di Napoli

Federico II

Valentina Sferragatta, assegnista di ricerca in Linguistica e Filologia italiana, Università degli

Studi di Napoli Federico II

Daphne Grieco, assegnista di ricerca in Paleografia Latina, Scuola Superiore Meridionale

Francesco Montesi, assegnista di ricerca, Università degli studi di Napoli "Federico II"

Marcello Dinacci, borsista di ricerca in storia moderna, Fondazione Luigi Einaudi di Torino

Mario Manduca

Domenico Rusciano

Vittoria Filocaso

Giornalistə

Francesca Silvestre - radiorai

Amalia De Simone - Mi manda RAI Tre

Gianni Simioli – conduttore radiofonico

Massimo Veneziani - tg3

Natascia Festa - Corriere del Mezzogiorno

Flora Casella - RadioRai

Sara Giudice - La7

Ciro Giso

Paolo Addabbo - Fanrivista, la Fanzina Generalista


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