Esplorare i sentieri poco battuti di un repertorio ricco di fascino e bellezza, ma anche raccontare un pezzo di storia d’Italia: è questo lo spirito di Parlami d’amore: quando la radio cantava la vita, un omaggio alla canzone degli anni Venti e Trenta in occasione dei cent’anni della Radio italiana. Mario Incudine ci guida in un viaggio di musica, parole, amarcord e ironia nell’Italia di quei decenni, con la complicità di Antonio Vasta al pianoforte e alla fisarmonica; in scena anche l’Orchestra La Corelli diretta da Jacopo Rivani, per un’inedita versione “sinfonica” dello spettacolo, grazie alla collaborazione con il Teatro Alighieri e la Fondazione Cherubini. Lo spettacolo – una produzione del Centro Teatrale Bresciano, in collaborazione con ASC Production e Teatro Donnafugata – è scritto da Costanza DiQuattro e diretto da Pino Strabioli; il suono è di Pino Ricosta, le scene sono di Paolo Previti.
Tra il 1918 e il 1940 la produzione musicale italiana ebbe una straordinaria evoluzione. La nascita delle radio, che divenne il mezzo principale della propaganda fascista, contribuì ad ampliare il pubblico degli ascoltatori e a diffondere la musica all’interno delle case italiane, rendendola un “affare” comune e condiviso. Se da un lato si ramificava la musica promossa dal fascismo – megafono di sentimenti patriottici, famigliari e lacrimosi – dall’altro si diffondeva, in rotta con le direttive dittatoriali, una musica d’oltreoceano, brillante e ironica. Sottobanco, come bische clandestine, nascevano lo swing e il jazz che ben presto sarebbero entrate a far parte di una realtà italiana che remava controcorrente attraverso la musica.
Con Parlami d’amore va in scena uno spaccato non solo di storia della musica italiana, ma anche e soprattutto di “storia patria”. Poiché la musica, da sempre, sa diventare il paradigma di una nazione e di un pensiero. L’Italia canticchiò per vent’anni Giovinezza, ma all’alba del ‘45 tuonò convinta Bella ciao. Con la regia di Pino Strabioli, artista da sempre sensibile al teatro canzone, la verve e la capacità istrionica di Mario Incudine si mettono al servizio di uno spettacolo che vuole essere anche un omaggio alla canzone d’autore di quegli anni, fatta di testi modernissimi, melodie indimenticabili e armonie ardite. Un patrimonio da riportare alla luce e da conservare e trasmettere.
Biglietto unico 5€
prenotazioni a
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con Mario Incudine
di Costanza DiQuattro
regia di Pino Strabioli
Orchestra La Corelli
Jacopo Rivani, direttore
pianoforte e fisarmonica, Antonio Vasta
arrangiamenti, Davide Coppola e Valter Sivilotti
suono, Pino Ricosta
scene, Paolo Previti
in collaborazione con ASC Production
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