lunedì 26 maggio 2025 – ore 20.30 – Centro di Ricerca Musicale / Teatro San Leonardo – BOLOGNA
– – > Wacław Zimpel & SAAGARA (Polonia, India)
Waclaw Zimpel elettronica, clarinetto; Giridhar Udupa ghatam, voce ; Aggu Baba khanjira, voce;
Thavil Raja thavil; Mysore N. Karthik violino; Camilo Tirado suono
musiche di Waclaw Zimpel, Giridhar Udupa
a cura di Folk Wisdom
Biglietti:
10 € | ridotto 5 €
Ridotto:
– per studenti dell’Università di Bologna, del Conservatorio di Musica
“G. B. Martini” di Bologna e del Liceo Musicale Lucio Dalla
– ai possessori della Card Cultura e Carta Giovani Nazionale verrà applicato uno sconto
di 2 € sul biglietto intero
La Biglietteria apre 30 minuti prima dell’orario del concerto
prevendite
Boxerticket
https://bit.ly/4io98tC
si raccomanda l’acquisto dei biglietti in prevendita
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Acclamato da The Quietus come “uno degli artisti elettronici più originali emersi dalla sua terra natale” e definito dal NY Times “un camaleonte musicale”, il polacco Wacław Zimpel è passato dal suonare free jazz con artisti come Ken Vandermark e Hamid Drake, al collaborare con i producer elettronici britannici Shackleton e James Holden.
Il progetto Saagara trova la sua origine in una jam session in Polonia tra Zimpel e uno dei più importanti percussionisti indiani, Gitridhar Udupa (ghatam), e si è consolidato durante una visita di Zimpel in India nel 2012. Con in mente l’esempio dell’album Shakti with John McLaughlin, in particolare la sua fusione virtuosistica di concetti melodico-ritmici occidentali con quelli carnatici, Zimpel voleva creare qualcosa che continuasse quell’etica, ma con un proprio approccio personalizzato. La sua profonda fascinazione per il minimalismo sfumato di elettronica ha contribuito a dare forma al progetto, così come i groove e i suoni degli strumenti più importanti della musica carnatica.
In Saagara, questi strumenti sono suonati dal già citato Udupa, così come da Mysore N. Karthik al violino, e da Aggu Baba (khanjira) e K. Thavil Raja (thavil) alle percussioni. Nella sperimentazione collettiva dell’ensemble, i taglienti ritmi indiani si sincronizzano con i sequencer e il clarinetto di Zimpel e le parti di violino di Karthik, sfumando i confini tra acustico ed elettronico in una musica che trasporta l’ascoltatore in una trance cosmica, dove antichi rituali musicali si combinano a tecniche, ritmi e sintesi contemporanee in un percorso profondamente trasformativo, che naviga tra tradizione e futuro verso l’universale.
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Wacław Zimpel vive a Varsavia ed è nato e cresciuto a Poznań, dove si è diplomato in clarinetto classico all’Academy of Music. I suoi esordi discografici (dal 2008 in poi), sono nel segno del free jazz contemporaneo, con una serie di album per l’etichetta Multikulti incisi in collaborazione con Tim Daisy, Perry Robinson, Michael Zerang e Evan Ziporyn; a partire dall’acclamato album del 2016 Lines, descritto da The Quietus come “una dichiarazione di intenti spettacolare”, i suoi passi successivi si sono avventurati più a fondo nell’elettronica contemporanea, inclusi progetti con James Holden e con Shackleton.
Massive Oscillations (2020), frutto di una residenza di nove giorni presso lo studio Willem Twee di Den Bosch, è stato mixato con l’aiuto di Holden e pubblicato dall’etichetta Ongehoord di Amsterdam. In linea con il suo irrequieto spirito improvvisativo, Zimpel ha abbandonato le idee precedenti e ha iniziato a utilizzare la gamma di oscillatori, generatori, sequencer, registratori e filtri dello studio (assieme al suo amato clarinetto) per sfruttare al meglio le opportunità che la struttura gli offriva. Pubblicato lo stesso anno di Massive Oscillations, Ebbing in the tide (Picture), è stato registrato in una sola ripresa a Margate, nel Regno Unito, esplorando tecniche di elaborazione avanzate – sviluppate appositamente per lui da Holden – che trasformano una singola linea di clarinetto in un coro ultraterreno Krautrock di fiati.
Train Spotter (2023), la sua prima uscita per l’etichetta londinese The state51 Conspiracy, è stato creato seguendo un preciso brief del Comune di Varsavia: catturare il suono della città. Ma, come Zimpel scoprì presto, i suoni di una città non esistono in modo isolato; fanno parte di un ambiente più ampio, a sua volta in fase di sconvolgimento, sullo sfondo di forze interne ed esterne. Dopo aver registrato una varietà di suoni meccanici e ripetitivi, tra cui binari del tram, nastri trasportatori per i bagagli e palloni da basket che rimbalzano nei parchi comunali, ha elaborato i risultati elettronicamente, per creare qualcosa di completamente nuovo e originale – un disco che cresce di intensità, sia all’interno delle singole tracce che nella sequenza dell’album. Tra le altre sue produzioni, in duo con Shackleton ha inciso gli album Primal Forms (Cosmo Rhythmatic) e In the Cell of Dreams (7k!), e con James Holden l’ep Long Weekend (Border Community).
Verso la fine del 2012, Zimpel, ispirato dall’eredità musicale di Terry Riley e La Monte Young, si recò in India alla ricerca delle radici che avevano influenzato i pionieri del minimalismo prima di lui. Immergendosi nella musica carnatica sotto la guida di maestri esperti durante il suo soggiorno iniziale, rimase affascinato dalle complessità ritmiche e dalla ricchezza melodica di quella tradizione musicale. Al suo ritorno, Zimpel propose la formazione dei Saagara durante una conversazione informale con nuovi amici a Bangalore; tuttavia, padroneggiare l’antico sistema carnatico richiese a Zimpel oltre un anno di pratica costante, soprattutto considerando il calibro dei suoi collaboratori, tra cui Ghiridhar Udupa, Aggu Baba, Thavil Raja e Mysore N. Karthik. Il loro tour di debutto portò alla registrazione dell’album Saagara (Multikulti 2015), seguito da 2 (Instant Classic 2017) e 3 (Glitterbeat 2024). Quest’ultimo ha segnato una svolta, con musica non così contemplativa come nei due album precedenti. Suoni elettronici acidi, post-club, fanno in 3 da contrappunto agli strumenti tradizionali, essi stessi filtrati attraverso elaborazioni contemporanee. Zimpel ideò sequenze elettroniche e poi si riunì in uno studio di Varsavia con Udupa, che aggiunse pattern ritmici di konnakol (percussioni vocali) alle sequenze. La produzione crebbe da lì, sviluppando ulteriori texture elettroniche, manipolando il suono dei singoli strumenti e decostruendo o riducendone del tutto le tracce. Un plugin Humanizer, ricevuto dal producer britannico James Holden, gli ha permesso di convertire il suono naturale dei batteristi in linguaggio MIDI, inviando queste informazioni ai sequencer collegati. “Il mio obiettivo era creare un’entità organica in cui non ci fosse questa distinzione tra elettronica e alcuni strumenti acustici aggiunti, ma che fosse un unico organismo”, afferma Zimpel. Di conseguenza, in 3 il confine tra acustico ed elettronico si confonde fino a non rendere a volte in grado di distinguere la genesi dei singoli suoni.
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