*ingresso gratuito senza prenotazione*
Messa di requiem in Re minore K 626
Musiche di W.A. Mozart, F.X. Süßmayr, A.Salieri
in memoria di Paolo Trevisi a 10 anni dalla scomparsa
Federica Gasparella, soprano
Lilia Kolosova, mezzosoprano
Filippo Scanferlato, tenore
Alberto Spadarotto, basso
Coro Kairos Vox
Orchestra “La Corelli”
Alberto Pelosin, direttore
Il programma della serata accosta due monumenti della musica sacra viennese, offrendo un intenso confronto tra l’opera celebrativa e la meditazione sulla morte: il Te Deum in Do maggiore di Antonio Salieri e il Requiem in Re minore (K 626) di Wolfgang Amadeus Mozart, completato da Franz Xaver Süßmayr. L’accostamento di queste due opere non è solo un omaggio a due dei massimi compositori attivi a Vienna nel tardo Settecento, ma anche un invito a superare la leggenda della rivalità – amplificata da opere fittizie – per apprezzare i rispettivi meriti e le differenze stilistiche che definiscono il Classicismo viennese.
Il Te Deum in Do maggiore di Antonio Salieri (1790) incarna la musica di Stato e di celebrazione. Composto in occasione dell’incoronazione dell’imperatore Leopoldo II, il brano riflette la posizione di Salieri come Hofkapellmeister imperiale: una figura potente e rispettata, garante dell’ortodossia stilistica e della solennità formale. Questo Te Deum è un’opera di splendore e maestosità, caratterizzata da una solida orchestrazione e da un’architettura che esalta la gioia e la grandezza dell’inno di ringraziamento. La sua scrittura aderisce pienamente allo stile classico, equilibrando le tecniche contrappuntistiche con la chiarezza melodica e formale, rendendolo un perfetto esempio di musica ufficiale e celebrativa.
In netto contrasto, il Requiem in Re minore (K 626) di Wolfgang Amadeus Mozart (1791) si presenta come un testamento spirituale e un’opera di profonda introspezione drammatica. Composto in punto di morte, il Requiem è avvolto da un’aura di mistero e drammaticità, accentuata dalla sua incompiutezza. L’opera è stata completata dall’allievo Franz Xaver Süßmayr, che attinse agli schizzi e alle indicazioni lasciate da Mozart per terminare i brani (in particolare il Lacrimosa, e interamente Sanctus, Benedictus e Agnus Dei), e orchestrando gran parte di quanto lasciato dal maestro. Nonostante l’intervento di Süßmayr, l’opera mantiene un’intensità emotiva e una potenza espressiva uniche. A differenza dell’esuberanza del Te Deum di Salieri, il Requiem di Mozart esplora lo smarrimento e la rassegnazione di fronte alla morte, fondendo una disarmante bellezza melodica con momenti di austera e incisiva drammaticità corale, ponendosi come un’esplorazione intima del destino umano.
L’accostamento di queste due opere pone l’accento su due ambiti contrastanti: il Te Deum di Salieri rappresenta la fede espressa nella luce e nella celebrazione pubblica dell’Impero, mentre il Requiem di Mozart è la fede affrontata nel buio della malattia e nel mistero della fine. Entrambi i capolavori, pur nei loro diversi intenti e stili, sono pietre miliari che definiscono la ricchezza della musica sacra del Classicismo.
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