Una metafisica delle res fixae aeternaeque: lo Spinoza di Martinetti

Il passaggio del Trattato sull’emendazione dell’intelletto in cui compare l’espressione “cose fisse ed eterne” in contrapposizione a quelle singolari e mutevoli è uno dei più oscuri e complessi di tutta l’opera di Spinoza. Il passaggio appartiene al periodo giovanile di Spinoza e dunque le res a cui si riferisce non trovano necessariamente posto nell’opera matura.

Piero Martinetti, proiettandolo sull’Etica e leggendolo alla luce di concetti kantiani e schopenhaueriani, lo ha reso tuttavia perfettamente intelligibile, costruendo attorno ad esso una vera e propria metafisica delle res fixae aeternaeque che disegna in modo sistematico e coerente, oltre la critica storiografica, uno Spinoza estremamente originale, “un mistico della ragione”, per usare una bella espressione di Amedeo Vigorelli.

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