Note di regia:
Il teatro d'autore...quello che ci piace portare in scena: questa volta affiancati da un giovane cultore della letteratura inglese. Lui si chiama Stefano ed ha soltanto 25 anni. Ci ha proposto di portare in scena questo pezzo davvero unico nel suo genere. E noi come Compagnia Teatrale non siamo riusciti a dirgli di no avendolo trovato esattamente collocato tra le nostre corde del cuore.
La storia che porteremo in scena è una vera novità per la nostra città. E noi siamo ben felici di fare sempre le scelte più intriganti e accattivanti per il nostro amato pubblico.
Il copione trae spunto dal romanzo di Virginia Woolf "Una stanza tutta per sé" pubblicato nel 1928.
Ma vi ho già detto che (forse) Shakespeare aveva una sorella; ma non la dovete cercare nelle biografie del poeta. Ella morì giovane; ahimè non scrisse mai una parola. Giace sepolta là dove si trova oggi la fermata degli autobus, presso Elephant and Castle. Ora io credo che questa poetessa, che non scrisse mai una parola e venne sepolta presso un incrocio, vive ancora. Vive in voi e vive in me, e in molte altre donne, perché stanno a casa a lavare i piatti e a far dormire i bambini. Tuttavia ella vive; perché i grandi poeti non muoiono; loro sono presenze perenni; hanno bisogno soltanto di un’opportunità per tornare fra noi, in carne e ossa. Ora questa opportunità, mi sembra, siete finalmente in grado di offrirgliela voi assistendo allo spettacolo. Poiché io credo che se viviamo ancora un altro secolo, parlo della vita comune, che è la vera vita, e non delle piccole vite isolate che ognuno di noi vive come individuo e riusciamo ad avere ciò che serve per viviere tutto l’anno, ognuna di noi, e una stanza propria; se abbiamo l’abitudine della libertà e il coraggio di scrivere esattamente ciò che pensiamo; se usciamo un attimo dalla stanza comune di soggiorno e vediamo gli esseri umani non sempre in relazione l’uno con l’altro bensì in relazione con la realtà; e anche il cielo e gli alberi o ciò che si voglia; poiché nessun essere umano ci può chiudere la visuale; se guardiamo in faccia il fatto, poiché si tratta di un fatto, che non c’è un solo braccio al quale appoggiarsi, ma che dobbiamo fare la nostra strada da sole e che dobbiamo essere in relazione con il mondo della realtà e non soltanto con il mondo degli uomini e delle donne, allora si presenterà finalmente l’opportunità, e quella poetessa morta, che (forse) era sorella di Shakespeare, ritornerà al corpo dal quale tante volte ormai ha dovuto spogliarsi. Attingendo la sua vita dalla vita di quelle sconosciute che l’hanno preceduta, come prima di lei fece suo fratello, nascerà la poetessa. La possibilità tuttavia che ella possa nascere senza quella preparazione, senza quello sforzo da parte vostra, senza quella decisione che ci vuole perché una volta rinata ella possa vivere e scrivere il suo poema, è comunque da scartarsi, poiché ciò sarebbe assolutamente impossibile. Ma io sostengo che ella arriverà, se lavoriamo per lei; e che lavorare così, sia pure nella povertà e nell’oscurità, ne vale la pena.
Presto a teatro per stupirvi ancora una volta.
Deila Caruso regista
Le date e la locandina a breve.
Per info tel. 3208577043
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