Napoli, Congresso mondiale degli scienziati -, 28 September | Event in Napoli | AllEvents

Napoli, Congresso mondiale degli scienziati -

Regno delle Due Sicilie

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Sun, 28 Sep, 2025 at 02:00 am

Regno delle Due Sicilie

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Sun, 28 Sep, 2025 at 02:00 am - Sat, 04 Oct, 2025 at 05:00 am (CEST)

Regno delle Due Sicilie

Museo di Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito, 80132 Napoli NA, Italia, Napoli, Italy

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Napoli, Congresso mondiale degli scienziati -
REGNO delle DUE SICILIE

NAPOLI
Settembre 1845:
800 scienziati giungono in congresso a Napoli e si rendono conto che Napoli è, in ogni senso, la più grande Capitale d’Europa...e, quindi, del mondo.


Dal 20 settembre al 5 ottobre del 1845 Napoli ospitò la VII Adunanza degli scienziati italiani: vi parteciparono 1613 luminari, di cui 831 erano Duosiciliani, distribuiti nelle “sezioni” di chirurgia, agronomia e tecnologia, archeologia e geografia, anatomia, fisiologia comparata e zoologia, botanica, fisica e matematica, geologia e mineralogia.

Il Presidente generale dell’Adunanza fu Nicola Santangelo, e un ruolo importante svolsero nell’organizzazione dei lavori Michele Tenore, Leonardo Santoro e Macedonio Melloni, che, nel giorno dell’inaugurazione dell’Osservatorio Vesuviano, illustrò ai colleghi la funzione dei nuovi sistemi di controllo e di ricerca. Egli spiegò anche che l’illuminazione notturna delle strade della città era garantita da 1811 “lampade a riverbero a olio” e da “350 lampade a gaz”, e che gli scienziati napoletani stavano mettendo a punto una “illuminazione a idrocarburo”.

Giuseppe IV Medici, principe di Ottajano, fu presidente della commissione per “gli strumenti aratorii” e fu membro delle commissioni che si interessavano della coltivazione della seta e dello “stato dell’agricoltura”. Gli scienziati tutti elogiarono l’organizzazione, accurata e precisa, e lo splendore degli spettacoli teatrali e dei concerti musicali riservati agli ospiti e alle loro famiglie.

Insomma, Napoli dimostrò di essere la più grande Capitale europea non solo per il numero degli abitanti – l’anno prima ne erano stati censiti 40.0813 -, ma anche per la ricchezza del suo patrimonio culturale e per l’efficienza dell’amministrazione.
Erano i tempi in cui Ferdinando II si fidava ancora della borghesia “illuminata” e aveva lo sguardo rivolto all’ Italia e all’Europa: queste “aperture” sarebbero state annullate dal disastro del ’48.

In ciascuno degli alberghi riservati agli ospiti c’era “una deputazione municipale” incaricata di dare utili informazioni e di evitare che tra gli ospiti e l’albergatore nascessero “questioni”.

Nella “strada di Chiaia”, nel “grande appartamento del palazzo Cellammare, comunemente detto di Francavilla” venne preparata, ogni giorno, una “mensa” per 400 persone: per 60 grana, poco più di mezzo ducato, a partire dalle ore “tre post meridiem” gli scienziati potevano consumare un pasto composto da “una zuppa”, cinque portate, “compresa la pasticceria”, frutta, caffè e sorbetto. “Il vino di pasto è compreso nel prezzo”: agli ospiti venne consegnato anche l’elenco dei “vini di lusso”: una bottiglia di “champagne Sillery” costava duc. 1, 20, quanto una bottiglia di “Bordeaux Lafitte”, mentre si pagavano duc.3, 30 per una bottiglia di “vino del Reno Hocheiner o Marcobrun”, un ducato per una bottiglia di Porto e di Madeira e solo 30 grana- il salario quotidiano di un muratore “esperto” – per una bottiglia di Marsala e per una bottiglia di rhum: una bottiglia di “curaçao di Amsterdam” costava ducati 3. Si comunicava agli ospiti che “i camerieri sono pagati dal Comune, quindi è loro severamente vietato domandare o ricevere mancia”. Inoltre, gli ospiti, quando prenotavano i posti alla “mensa” o “nella Casa Comunale a via Monteoliveto o nella Regia Università degli Studi”, potevano già comunicare se volevano “il pranzo di magro o di carne”.

Tutte queste informazioni ogni scienziato le trovava nella copia personale della “guida” che il “Magistrato municipale” aveva fatto stampare per l’occasione, e in cui venivano indicati gli orari delle ferrovie e delle diligenze, il costo dei biglietti, le strade, le piazze, i ristoranti, l’indirizzo dei proprietari delle carrozze da nolo, le “linee” servite dalle carrozze e il costo del viaggio.
E’ una “guida” che merita di essere pubblicata dalla prima all’ultima pagina. Suscitò l’ammirazione di tutti, e la suscita ancora oggi, il fatto che nella “guida” gli amministratori pubblicarono anche l’indirizzo degli “studi” dei pittori e degli scultori, considerati parte integrante del patrimonio di Napoli. Giovanni Cammarano “lavorava” al n. 51 di Vico Carrozzieri a Toledo, Giuseppe e Vincenzo Cammarano al n.11 di Vico Corrieri a Santa Brigida, Gabriele e Raffaele Carelli a Largo del Vasto, Teodoro Duclère a San Pasquale a Chiaia, Giacinto Gigante al n. 58 di Santa Teresa a Chiaia, Achille Gigante al n.10 di Santa Maria del Parto a Mergellina, Gabriele Smargiassi nel Palazzo S. Arpino a Chiaia, Achille Vianelli al n. 32 del Vico del Dattilo a Mergellina, poco lontano dallo “studio” di Ercole Gigante.


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