"SPAZIO b5" presenta le opere di Wanda Benatti .
Chine e ceramiche Raku in un nuovo percorso creativo.
>>>> dal 4 ottobre al 25 ottobre 2025.
Orari : dal martedì al sabato dalle ore 16 alle ore 19.
( lunedì : chiuso).
“IO SONO DI TERRA IO SONO DI FUOCO”
vernissage sabato 4 ottobre 2025 ore 18.00
Vicolo Cattani 5/b, Bologna
in occasione della XXI Giornata del Contemporaneo AMACI 2025 /
Inaugura il 4 ottobre, in occasione della Giornata per il Contemporaneo AMACI, all’interno
di Spazio b5, l’esposizione di Wanda Benatti, con la curatela del prof. Pasquale Fameli.
Chiuderà la mostra, in occasione del finissage - il 25 ottobre -, un reading della poetessa Virginia Farina.
Bologna, 17 settembre 2025 _ Chine e ceramiche, bianco e nero, luce e buio. È un paesaggio
interiore ricco di contrasti quello raccontato dalla mostra di Wanda Benatti ospitata a Bologna da
Spazio b5, dal 4 al 25 ottobre. "IO SONO DI TERRA IO SONO DI FUOCO", esposizione
curata dal prof. Pasquale Fameli, segna una nuova fase nel percorso artistico dell'autrice.
Dopo i dipinti di grande formato che hanno caratterizzato la sua ricerca precedente, l'artista presenta ora un corpus di opere più intime: chine su carta e ceramiche Raku che dialogano tra loro.
Così come scrive Pasquale Fameli nel suo testo di presentazione:
"Con la sua più recente produzione grafica e ceramica, Wanda Benatti ha elaborato un linguaggio che trova ancora nel segno il nucleo generativo della ricerca. Le chine, di evidente ascendenza informale, si caratterizzano per una leggerezza che le sottrae alla drammaticità gestuale storicamente associata a quella tradizione visiva. Il segno si dispiega con ritmo lieve, come una scrittura interiore che, per quanto inquieta, evita ogni afflato espressionista per mutare in una vibrazione sottile. L’adozione del bianconero accentua il carattere essenziale di questi lavori, orientati verso una dimensione di silenzio e di concentrazione.
L’interesse maggiore della recente ricerca di Benatti risiede tuttavia nella sua capacità di transitare da un medium all’altro mantenendo intatto il nucleo del proprio linguaggio. Le ceramiche realizzate con la tecnica Raku sono plasmate come bozzoli o embrioni, involucri generatori di vita. Si presentano come forme raccolte, originarie o primordiali, sulle cui superfici il segno grafico si dispiega in modo naturale, generando trame che ricordano ragnatele o tessiture organiche. In questo incontro tra segnicità e plasticità si coglie la cifra più originale dell’artista : il segno non rimane confinato al foglio ma migra sulle superfici convesse, integrando nelle sue trame le irregolarità della materia.
La continuità tra le chine e le ceramiche non va intesa come semplice trasposizione, ma come una declinazione dinamica : ciò che sulla carta appare sospeso e bidimensionale, nella ceramica diventa presenza tattile, vibrazione che si propaga nello spazio.
Il risultato è un’osmosi fra gesto e forma, tra immagine e corpo, che arricchisce la percezione dell’opera e rivela un pensiero unitario declinato in linguaggi differenti. L’imprevedibilità trasformativa del fuoco sulla materia nella tecnica Raku diventa parte integrante del processo creativo, così che il gesto non assuma un dominio autoriale assoluto. Le superfici ceramiche, screziate da craquelure e variazioni di tono, diventano così territori sensibili su cui il segno si posa con la stessa leggerezza con cui nelle chine scivola sul foglio. In questo doppio registro Benatti elabora perciò immagini che sono al tempo stesso intime e universali, capaci di porre in dialogo la leggerezza del gesto e la densità della materia, offrendo allo sguardo un’esperienza che è insieme visiva, tattile e meditativa.
Evidente è l’influsso delle culture orientali, che l’artista studia da molti anni. Tanto nelle chine quanto nelle ceramiche si riconosce una sensibilità per il vuoto, per l’essenzialità, per la sobria liricità della calligrafia giapponese. Pur percorsa da avvertibili tensioni, la leggerezza dei segni restituisce l’idea di una precarietà fertile che non si risolve in un’immagine compiuta, ma una configurazione che resta aperta, respirante. La ceramica Raku, con le sue screziature imprevedibili e le sue fragilità trasformate in qualità poetiche, rafforza questo dialogo esaltando i valori del transitorio e dell’imperfetto.
Così, il lavoro recente di Benatti appare come un corpus coerente, capace di coniugare delicatezza e inquietudine, grafia e forma, bidimensionalità e tridimensionalità. È un’arte che riflette sul rapporto fra gesto e materia, fra traccia e supporto, e che trova nella reiterazione del segno una chiave di meditazione visiva. In un tempo saturo di immagini e colori, la sua scelta per l’essenzialità del bianco e del nero, per la concentrazione sul segno e sul ritmo, assume il valore di un atto critico: ridurre per andare all’essenza, lasciare spazio al vuoto per fare emergere significati inattesi.
( Pasquale Fameli /settembre 2025)
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L’inaugurazione, il 4 ottobre, è inserita tra gli eventi legati alla XXI Giornata del Contemporaneo AMACI .
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