La Lunga Vita di Marianna Ucria– Lettura a più voci in sei incontri il venerdì
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TUTTI I VENERDI’ dal 20 GIUGNO AL 25 LUGLIO
27 GIUGNO/04-11-18-25 LUGLIO-1 AGOSTO BIBLIOTECANOVA
IL TEATRO DELLE DONNE
📖LA LUNGA VITA DI MARIANNA UCRIA
di Dacia Maraini
Lettura a più voci in sei incontri
Drammaturgia Carlina Torta - conduce gli incontri Antonio Fazzini
Con:
27. 06 BARBARA ESPOSITO
04.07 FABRIZIO RAGGI
11.07 MIRIAM BARDINI
18.07 ALESSANDRO RICCIO
25.07 CARLINA TORTA
01.08 ANGELA ANTONINI
La storia è ispirata alla vita dell'antenata (per parte della madre) dell'autrice, la principessa Marianna Alliata Valguarnera (1730-1794), andata sposa - per volere paterno - allo zio Pietro Valguarnera, fratello minore del padre Francesco Saverio, al fine di non disperdere il patrimonio familiare in assenza di eredi maschi diretti.
Protagonista è Marianna, la figlia sordomuta di una grande famiglia palermitana della prima metà del Settecento. Marianna comunica per mezzo di bigliettini con il mondo ed in parte è guidata dagli altri sensi, che ha sviluppato notevolmente.
A tredici anni Marianna, che tenta invano di opporsi, viene sposata allo zio, Pietro Ucrìa di Campo Spagnolo, fratello della madre. Dopo quattro anni di matrimonio, ha già tre figlie ma il marito aspetta con trepidazione quel figlio maschio che, quando finalmente arriverà, ai diciannove anni della sposa, sarà chiamato Mariano. Marianna si ritira per sua volontà nella villa di Bagheria, da cui non esce quasi mai, passando giornate intere a leggere e a scrivere, nonostante il marito preferisca Palermo e non ami i segni di desiderio di libertà che la moglie-nipote fa emergere; in particolare egli guarda male la passione di lei per la lettura, considerato che i libri diffondono le nuove correnti filosofiche fra cui l'Illuminismo. Muore la madre e, poco dopo, anche il padre, le cui disposizioni testamentarie suscitano un forte sdegno nei figli maschi perché la maggior parte dei beni viene destinata alle figlie.
Marianna trascorre le sue giornate in compagnia dei libri, ma non è felice essendo comunque moglie di un uomo che ella non ama davvero. Muore anche il marito Pietro e la donna, durante una passeggiata per la campagna, soccorre Saro che finge una caduta da cavallo per poter ricevere un suo bacio. Successivamente, Marianna si ammala di pleurite e, durante la convalescenza, comincia a interrogarsi sull'inerzia della propria vita che l'ha portata a negarsi a un vero amore. Durante un colloquio con il fratello Carlo, lo interroga sull'origine del proprio mutismo. La reticenza di Carlo le fa affiorare il ricordo di quando, a sei anni, lo zio Pietro l'aveva violentata, e dallo shock era derivata la perdita di udito e parola: per mettere a tacere la cosa la famiglia aveva aspettato il momento buono di combinare un matrimonio riparatore proprio fra la bambina e lo zio orco..
I familiari cominciano a rimproverarle i presunti "scandali" che la vedono coinvolta. Le rimproverano di avere smesso il lutto soltanto un anno dopo la morte del marito e, soprattutto, di circondarsi di persone non del suo ceto.
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04.07 FABRIZIO RAGGI
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18.07 ALESSANDRO RICCIO
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01.08 ANGELA ANTONINI
La storia è ispirata alla vita dell'antenata (per parte della madre) dell'autrice, la principessa Marianna Alliata Valguarnera (1730-1794), andata sposa - per volere paterno - allo zio Pietro Valguarnera, fratello minore del padre Francesco Saverio, al fine di non disperdere il patrimonio familiare in assenza di eredi maschi diretti.
Protagonista è Marianna, la figlia sordomuta di una grande famiglia palermitana della prima metà del Settecento. Marianna comunica per mezzo di bigliettini con il mondo ed in parte è guidata dagli altri sensi, che ha sviluppato notevolmente.
A tredici anni Marianna, che tenta invano di opporsi, viene sposata allo zio, Pietro Ucrìa di Campo Spagnolo, fratello della madre. Dopo quattro anni di matrimonio, ha già tre figlie ma il marito aspetta con trepidazione quel figlio maschio che, quando finalmente arriverà, ai diciannove anni della sposa, sarà chiamato Mariano. Marianna si ritira per sua volontà nella villa di Bagheria, da cui non esce quasi mai, passando giornate intere a leggere e a scrivere, nonostante il marito preferisca Palermo e non ami i segni di desiderio di libertà che la moglie-nipote fa emergere; in particolare egli guarda male la passione di lei per la lettura, considerato che i libri diffondono le nuove correnti filosofiche fra cui l'Illuminismo. Muore la madre e, poco dopo, anche il padre, le cui disposizioni testamentarie suscitano un forte sdegno nei figli maschi perché la maggior parte dei beni viene destinata alle figlie.
Marianna trascorre le sue giornate in compagnia dei libri, ma non è felice essendo comunque moglie di un uomo che ella non ama davvero. Muore anche il marito Pietro e la donna, durante una passeggiata per la campagna, soccorre Saro che finge una caduta da cavallo per poter ricevere un suo bacio. Successivamente, Marianna si ammala di pleurite e, durante la convalescenza, comincia a interrogarsi sull'inerzia della propria vita che l'ha portata a negarsi a un vero amore. Durante un colloquio con il fratello Carlo, lo interroga sull'origine del proprio mutismo. La reticenza di Carlo le fa affiorare il ricordo di quando, a sei anni, lo zio Pietro l'aveva violentata, e dallo shock era derivata la perdita di udito e parola: per mettere a tacere la cosa la famiglia aveva aspettato il momento buono di combinare un matrimonio riparatore proprio fra la bambina e lo zio orco..
I familiari cominciano a rimproverarle i presunti "scandali" che la vedono coinvolta. Le rimproverano di avere smesso il lutto soltanto un anno dopo la morte del marito e, soprattutto, di circondarsi di persone non del suo ceto.
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