Un caro amico ed attore,
(Giuseppe Cederna) mi ha segnalato un libro di poesie di autori palestinesi contemporanei, il titolo è quello riportato nell'evento. Lette le quali non ho potuto fare a meno di coinvolgere Enrico ad individuare la musica idonea per inter-reagire con la voce recitante. Lavoro questo, tra voce e musica, iniziato con lui nel 2017 con BeatLaing. in quell'occasione con le poesie degli autori della beat generation e con un testo di Ronald Laing (psichiatra scozzese: pioniere dell'antipsichiatria e ricercatore di riferimento per la legge Basaglia del 1978 che apri i manicomi in Italia con l'articolo 108)
"L' uccello del paradiso" testo che descrive quello che può succedere ad una mente devastata dalla follia, la guerra interna scatenata
da un IO spezzato, diviso in due.
Ora con "Poesie da Gaza" si narra un'altra follia (quella rinomata della Guerra) e di un altro tipo di devastazione come solo i potenti di alcune nazioni sanno produrre, Dunque una battaglia non solo mentale ma mirata ad annientare il corpo reale di esseri umani reali. la Grande follia sembra non aver fine: di nuovo divisione, conflitto, separazione, scissione appunto,.
E, non a caso, visto che si sta parlando di poeti, non c'è Verso che tenga!... per far sì che tutto ciò abbia fine.
Sappiamo di quale devastazione i poeti palestinesi oggi (ma anche in passato) hanno scritto. Parole che sono proiettili, parole che si aggrappano all'amore con unghie e denti per rimanere in vita parole che sembrano riposare su un tappeto di sottofondo d'infinita dolcezza.
Bene ci cimentiamo dunque a dar voce e suono a questi versi che si fanno urlo, grido, pianto, anche quando sono solo sussurrati.
A seguire un lauto aperitivo a cura dei ragazzi del circolo.
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